Usmate Velate allarga la fascia di esenzione Irpef e alza le altre, Lega all’attacco

Il Comune di Usmate Velate estende fino a 18mila euro di reddito annuo la fascia di esenzione dell’Irpef - calcolando che il 37% dei redditi sarà completamente esente - e alza le fasce più ricche. Critiche della Lega.
Usmate centro sportivo assessore Marcello Ripamonti
Usmate centro sportivo assessore Marcello Ripamonti

Approvato il bilancio 2022 del Comune di Usmate Velate, non mancano le polemiche tra maggioranza e opposizione sull’addizionale Irpef che aumenta per le fasce più ricche della popolazione.

Lunedì sera 21 marzo in consiglio comunale si è aperto uno scontro dialettico tra l’assessore al Bilancio Marcello Ripamonti e i leghisti Daniele Ripamonti e Stefano Vimercati. Quattro scaglioni (e non più 5) in ottemperanza alla normativa nazionale, un aumento della fascia di esenzione per chi ha un reddito annuo fino a 18mila euro che porterà il 37% dei redditi ad essere totalmente esenti dal versamento dell’imposta.
Allo stesso tempo però chi ha un reddito tra i 18 e i 28mila euro avrà un addizionale pari a allo 0,55% rispetto allo 0,30% del 2021 e da 28 a 55mila euro lo 0,65% rispetto al precedente 0,40% mentre per chi guadagna più di 50mila euro l’anno l’addizionale è per tutti allo 0,80%.

«Aver scelto di alzare la soglia di esenzione è un gesto di grande attenzione verso chi, in questo momento di criticità economica e lavorativa, fatica a far quadrare i conti del proprio bilancio famigliare – ha affermato Marcello Ripamonti, assessore con delega al Bilancio – Abbiamo attuato scelte dettate dalla situazione attuale: nonostante l’aumento delle aliquote Irpef che interesserà alcuni scaglioni, le stesse rimangono fra le più basse dei Comuni del Vimercatese, segno di una pianificazione tributaria che si è sempre ben guardata dal vessare i cittadini».

Il Carroccio non è dello stesso avviso. «Questa operazione porta a un gettito Irpef presunto di 904mila euro nel 2022 rispetto ai 535mila euro dell’anno scorso – hanno commentato Daniele Ripamonti e Stefano Vimercati – È possibile che in un bilancio da 13 milioni di euro non si possano trovare 369mila euro tagliando qualche altra spesa. Poi ad esempio per evitare sprechi si potrebbe tenere spento il riscaldamento della sala riunioni “11 Settembre” quando non viene utilizzata. È una cosa piccola, ma può certamente aiutare».

L’esponente della giunta Mandelli ha spiegato che «abbiamo dei costi fissi e dei contratti in essere che non si possono tagliare. Oltre all’aumento delle materie prime e i rincari dell’energia che salgono di circa 100mila euro. In principio avevamo uno squilibrio di 700mila euro che abbiamo ridimensionato e oltre ad alzare le aliquote Irpef abbiamo anche vincolato 154mila euro dalla parte del conto capitale. Bisogna considerare che quest’anno non avremo i trasferimenti dallo Stato o Regione per l’emergenza Covid, che continua ad esserci sotto il profilo economico».