Quando le impalcature sono divenute ben visibili e lo striscione di Uroburo ne ha preso il giusto possesso, srotolato in bella vista sulla facciata dell’ex asilo di Cederna, in tanti si sono commossi. L’attesa dell’avvio lavori per la creazione di una residenza attiva per persone con disabilità è stata davvero lunga e disseminata di difficoltà e di una serie di imprevisti. Poi ci si è messa anche l’emergenza sanitaria a rallentare ogni piccolo passo in avanti, con una pratica rallentata o un allacciamento posticipato.
Da qualche settimana, le chiavi dell’edificio concesso dal Comune nel 2017 all’associazione Uroburo a canone zero del diritto di superficie per 30 anni, nel solco della legge sul “Dopo di noi”, sono nelle mani dell’impresa che porterà avanti il cantiere.
In particolare si tratta del primo lotto d’intervento, che riguarderà facciata, copertura, opere edili interne come demolizioni, predisposizione di un vano ascensore e risanamento del seminterrato. Restano comunque incertezze legate alla quotidianità in tempi di Covid-19, ma anche quelle inevitabilmente condizionate dai costi per l’intervento. Si spera di terminare questa prima fase in sei mesi.
«Sono in corso i lavori per cui abbiamo al momento la copertura finanziaria grazie a 240mila euro giunti da Fondazione Cariplo e alle donazioni ricevute dai sostenitori tramite l’orto “Grani di Pepe”, a un contributo da Banca d’Italia e alle tante iniziative messe in campo, nell’ultimo anno frenate purtroppo dell’emergenza Covid» sottolinea Giorgio Giani, presidente dell’associazione. Anche la Onlus Ti do una mano da tempo ha scelto di sostenere con entusiasmo il progetto con una serie di iniziative e di raccolte fondi. Oggi è dunque grande la gioia di tutti per la firma del contratto con l’impresa che porterà avanti i lavori per realizzare un “condominio inclusivo”, casa per disabili intellettivi autosufficienti. Verranno realizzati alloggi che nasceranno come palestre di autonomia per trasformarsi, nel tempo, in una dimensione abitativa vera e propria per una decina di persone che vivono attualmente in famiglia; alcuni hanno già con un impiego.
Ma Uroburo è anche altro. Ci saranno spazi abitativi per una famiglia con ruolo di custode sociale della struttura e per studenti e giovani lavoratori desiderosi di condividere il progetto e dare un aiuto concreto. L’idea è poi quella del buon vicinato non solo tra i condomini dell’ex asilo, ma anche con il resto del quartiere, parte integrante della struttura. Così come sperimentato del resto in questi anni con l’orto GraniDiPepe, divenuto un patrimonio condiviso per Cederna. Tra via Tiepolo e via Riva, su un terreno di proprietà della parrocchia concesso gratuitamente, volontari coltivano verdura con il coinvolgimento di persone con disabilità. Con il passare del tempo nell’orto sono arrivati anche gli studenti. «Purtroppo ora sono bloccati e condizionati dalla pandemia – precisa Giani – ma speriamo di continuare».
Chi desidera aiutare il progetto della casa attiva di “Uroburo” può dare un piccolo contributo volontario e avere in cambio qualche verdura dell’orto. «Ci piacerebbe mostrare il nostro progetto e quello che stiamo realizzando alle persone – sottolinea Giani. -Per condividere con loro l’idea di una nuova forma inclusiva di abitare e allargare la nostra cerchia di benefattori. Per andare avanti e portare a termine la casa abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti». È possibile donare al progetto con il proprio 5 per mille (codice fiscale 94628420153) o effettuare una donazione con Iban IT 22T 0845320400000000190263.