Umberto Nobile, l’eroe del polo Nord è cittadino onorario di Monza

Pochi mesi dopo l’impresa della prima trasvolata con il celebre dirigibile, nel 1926 Umberto Nobile arrivò a Monza per assistere al quarto gran premio dell’autodromo. Ricevuto all’arengario da sindaco e giunta, gli fu consegnata la pergamena di cittadino onorario.
Umberto Nobile a Monza 1926
Umberto Nobile a Monza 1926

Mercoledì 12 maggio 1926: dopo una sensazionale traversata senza scalo di 5.300 chilometri, il dirigibile “Norge” – progettato e pilotato da Umberto Nobile – sorvola per la prima volta il Polo Nord. A rimorchio, spettatori non paganti per la grandiosa impresa, fremono l’esploratore norvegese Roald Amundsen e il milionario yankee Lincoln Ellsworth.

Frustrato fino alla mortificazione dopo l’insuccesso con l’idrovolante appositamente costruito dalla Dornier, Amundsen deve sottostare alle logicissime scelte operative alla vigilia del volo (il colonnello italiano è il comandante del “Amundsen-Ellsworth – Nobile Transpolar Flight”, il nome dato alla spedizione); quanto al magnate statunitense, sfrutta da par suo la residuale quota del capitale della missione per brillare di luce riflessa (in realtà, a sobbarcarsi i 2/3 negli oneri finanziari dell’impresa è stato lo stesso governo Mussolini).

Umberto Nobile, l’eroe del polo Nord è cittadino onorario di Monza
Umberto Nobile a Monza 1926

Finalmente ritornati alla base alascana di Teller, gli ineffabili compari ringhiano pregiudizi addirittura offensivi per screditare Nobile. Le ripicche e le rivalse raggiungono addirittura il parossismo: il presunto colonnello italiano? È stato il tassista della nostra spedizione, concedono con sussiegoso cinismo i due. Mentre Amundsen e Ellsworth si sfogano l’inevitabile frustrazione con un libello rancoroso e a tesi, Nobile – promosso generale per conclamati meriti sul campo – è accolto al ritorno in Italia come l’effettivo trionfatore del Polo.

In Italia. Il fascismo imperante sfrutta le benemerenze acquisite di Nobile per imbastire la solita tronfia liturgia dell’eroe delle futuribili legioni del littorio. L’ingegnere abbozza senza abdicare un attimo alle istanze socialiste della sua storia personale. Napoli, Roma e Milano spalancano i salotti buoni della società che conta per vedere il protagonista di tanta esaltante epopea: il popolino – di suo – acclama convinto i componenti italiani del “Norge”, ignaro della abietta manipolazione perpetrata. Tra ricevimenti e riconoscimenti, domenica 5 settembre – in autodromo – si assegna il secondo Campionato del Mondo di automobilismo: il presidente della S.I.A.S., il senatore Silvio Crespi, scrive in pompa magna ai “sindaci o podestà”.

“Il Generale Umberto Nobile, l’ideatore, costruttore ed eroico Comandante del “Norge” con tutto l’equipaggio italiano reduce dalla transvolata del Polo Nord da Roma all’Alaska, darà la partenza al VI° Gran Premio dell’Automobile Club d’Italia – II° Campionato del Mondo – che si correrà il giorno 5 Settembre p.v. sull’Autodromo di Monza. La massima manifestazione automobilistica mondiale assume perciò quest’anno un interesse patriottico eccezionale, in numero ancora maggiore che non per gli anni passati si aduneranno gli italiani nella specialissima occasione per recare il loro esultante saluto ai valorosi transvolatori del Polo. Affinché la riunione diventi una vera apoteosi di gloria per il Generale Nobile e l’equipaggio dell’epico volo, l’Automobile Club in perfetto accordo colle superiori Autorità ha disposto che una manifestazione speciale di omaggio al Generale Umberto Nobile e suoi compagni sia riservata ai Podestà e Sindaci della Lombardia coi quali il Generale Umberto Nobile gradirà particolarmente di intrattenersi. Pertanto ritenuto che anche la S.V. Ill.ma sia lieta dell’occasione che le si offre di esprimere a nome del suo popolo i sentimenti di ammirazione che l’eroica gesta ha suscitato si fa caldo appello perché voglia con fascia tricolore e col gonfalone portato da un funzionario del Comune intervenire alla particolare manifestazione patriottica di cui saranno tratte a ricordo fotografie e cinematografie ufficiali”.

A Monza. Cesare Vigoni è primo cittadino di Monza da tre mesi soltanto: raccolto il testimone dal commissario prefettizio Vittorio Ferrero, ammicca da subito al fascismo straripante confermando in toto il nuovo piano regolatore stilato da Giulio Radaelli, Ruggero Malegori e Giuseppe Albani. Gli ineffabili architetti ardirebbero di ridisegnare la città assecondando la pretesa grandezza della “terza Italia” costruendo due aberrante costruzioni dirimpetto al Duomo. Demolito il quartiere popolarissimo di Sant’Andrea, s’inaugura il palazzo dell’Ambrosiano-Veneto in piazza Carducci al posto della chiesa e della piazza di Santa Marta; in via Borgazzi viene completata la sottostazione della linea tranviaria Milano-Monza.

Il Monza scende in terza divisione dopo lo sciagurato campionato 1925/26: Cevenini IV è pallidissimo epigone delle estrose prodezze del fratello “Zizì” e il resto della squadra è pure peggio: a salvare i bianco-celesti arriva la solita emendazione dei squadri. A Biella debutta in prima squadra Giacomino Bosco: vincerà – tra l’altro – due campionati svizzeri con il Lugano. Il 20 agosto la giunta comunale dispone che – “premesso che in occasione del IV Gran Premio d’Italia che si correrà nell’autodromo del Parco la domenica 5 Settembre p.v. sarà a Monza il Generale Nobile; che l’occasione si presenta quanto mai felice per dar modo anche a Monza di esternare all’intrepido e geniale aviatore l’ammirazione per quanto di prodigioso ha il grande volo del “Norge”; ritenuto che la manifestazione può estrinsecarsi in un ricevimento ufficiale con la consegna di una medaglia d’oro al Generale ed all’equipaggio italiano se, come si spera, sarà pure esso presente; ritenuto che il ricevimento non può avvenire che nel salone dell’Arengario non condividendo in ciò il parere dell’Assessore Signor Apparisio che vorrebbe avesse luogo alla Villa Reale e ciò perché questa pure offrendo maggiore suntuosità e capienza di pubblico non simboleggia il Comune come lo storico Palazzo di Piazza Roma; con voti unanimi delibera di approvare le manifestazioni (…) al Generale Nobile ed all’equipaggio Italiano del “Norge” mandando al Sindaco quanto di esecuzione”.

L’annuncio. Per celebrare degnamente l’avvenimento, la giunta comunale commissiona alla Società Arti Grafiche i manifesti di prammatica: “Cittadini! Ospiti graditissimi e vivamente desiderati saranno Domenica fra noi il gen. Umberto Nobile ed i suoi ardimentosi compagni Italiani nella transvolata polare: Cecioni Cav. Natale – Primo Capo-tejcnico; Caratti Attilio – Sergente Maggiore; Arduino Ettore – Maresciallo; Pomella Vincenzo – Motorista e Alessandrini Renato – Timoniere. A questi eletti figli d’Italia che tanto hanno benemeritato e della Patria e della Civiltà e della Scienza, Monza, nel suo vetusto Arengario, tributerà il suo affezionatissimo omaggio e dirà loro la sua ammirazione infinita. Cittadini! Complemento degno a quest’atto della Civica Rappresentazione sia la manifestazione vostra plaudente e festosa di inni, di bandiere e di fiori in onore dei magnifici Ospiti che, con generosa e completa dedizione di sé stessi, han conquistato all’Italia un nuovo primato mondiale di genialità, di ardimento e di gloria. Monza, dalla Residenza Municipale, li 3 Settembre 1926”.

Il Gran Premio d’Italia – con sole cinque vetture ai via – viene vinto da Charavel, su Bugatti, che precede il compagno di squadra Costantini: “era destino che anche quest’ultimo grande evento automobilistico dell’annata subisse la sorte delle precedenti corse di Francia e d’Inghilterra, corse che hanno segnato un arresto dello sport automobilistico a formula obbligata, per l’inevitabile crisi di trapasso che doveva verificarsi nel passaggio rapido dal due litri al litro e mezzo”.

Il generale Nobile – con l’inseparabile fox terrier Titina al seguito – “terminata le gare automobilistiche, si è recato in città accompagnato dal senatore Crespi, dal gr. uff. Mercanti e dai componenti l’equipaggio del Norge. La città era tutta imbandierata in suo onore. Il Sindaco con la Giunta al completo ha ricevuto nella superba sala dello Arengario il generale e, a nome della cittadinanza monzese, gli ha porto un vibrante saluto e quindi gli ha consegnato la pergamena con la nomina a cittadino onorario di Monza”.

Le medaglie e l’epilogo. Per onorare al meglio i componenti della spedizione polare, vengono ordinate sei medaglie d’oro con il conio: “Ai Gloriosi/transvolatori/del/Polo – Monza Settembre 1926”. Spropositando, Vigoni offre pure una medaglia d’oro al re e al presidente del consiglio. Resta la brutta copia della sconcertante piaggeria del sindaco per Mussolini: “Questa Civica Amministrazione sarà lieta di omaggiare a S.E. un esemplare della medaglia d’oro offerta al Generale Umberto Nobile il giorno 5 c.m. nel salone di questo storico Arengario, mentre una folla di popolo acclamava il valoroso costruttore e pilota del “Norge” e gli intrepidi compagni d’equipaggio. Col più profondo ossequio e benaugurante alle fortune d’Italia e del Fascismo”.

Poi – annus horribilis 1928 – arriva la catastrofe polare dell’“Italia”: i colleghi applauditi e osannati a Monza nel settembre del ’26 – Caratti, Arduino, Pomella e Alessandrini – periscono tutti nell’immane disgrazia; sopravvivono – con Zappi, Mariano, Behounek, Trojani, Viglieri e Biagi – i soli Nobile e Cecioni.