Ucraina, l’esperienza da volontario (in tempo di pace): «Obiettivi comuni più che insormontabili differenze»

Il Rotary club Sedeca ha ospitato Matteo Redaelli, nato e cresciuto a Briosco, che ha raccontato i nove mesi da volontario in Ucraina vissuti con “European Solidarity Corps”.
Matteo Redaelli con la mamma Cristina Motta e il presidente del Rotary Sedeca Gilberto Chiarell
Matteo Redaelli con la mamma Cristina Motta e il presidente del Rotary Sedeca Gilberto Chiarell

Al Rotary club Sedeca di cui è presidente Gilberto Chiarelli, mentre infuria l’invasione da parte della Russia in Ucraina, è giunta ad hoc l’esperienza conclusa qualche mese fa del giovane Matteo Redaelli, nato e cresciuto a Briosco, che ha raccontato i nove mesi da volontario in quella terra vissuti con “European Solidarity Corps” , in periodo di pace, certo, ma a contatto con quella popolazione ha saputo cogliere lo spirito di un popolo desideroso di ospitare e confrontarsi con altre culture, di apprendere.

Ha iniziato col dire: “Dopo aver completato la laurea triennale a Bolzano sono partito per un progetto di volontariato con gli Esc (European Solidarity Corps). Il progetto è iniziato nel novembre 2020 e si è concluso nel luglio 2021. Destinazione del progetto è stata la città di Vinnytsia e la regione dell’Oblast, nell’Ucraina centro-occidentale. A Vinnytsia ho lavorato presso la Ong Ucraina Pangeya Ultima Development Center, un’associazione che si occupa principalmente di educazione non formale di mandare giovani ucraini in volontariato all’estero, sempre tramite Esc finanziato dal fondo Erasmus dell’Ue”.

“Una esperienza – ha proseguito – che mi ha portato a lavorare in stretto e quotidiano contatto con la popolazione ucraina, che si è dimostrata accogliente, dinamica e con molta voglia di fare e migliorare il proprio paese in vista di un’integrazione con il resto dell’Europa. Per quanto ci siano grosse differenze tra la nostra e la loro realtà, io credo che ci siano comunque più aspetti e obiettivi comuni che non insormontabili differenze”.

Poi ha sottolineato come “la società ucraina ha scelto organicamente un percorso di democratizzazione, ora brutalmente interrotto da questa guerra. La mia Ong oggi è ovviamente impossibilitata a lavorare e non si sa quando potrà tornare operativa e con quali obiettivi”. Ha concluso la sua esposizione spiegando che: “Oggi studio European culture, politics and society,in breve Euroculture. Si tratta di un programma Erasmus Mundus sponsorizzato dalla Commissione Europea che mi ha portato a studiare questo semestre a Cracovia in Polonia e il prossimo a Göttigen in Germania. In futuro mi piacerebbe lavorare nell’ambito della cooperazione internazionale e in particolare lavorare con i paesi terzi che vogliono accedere all’Unione europea”.