È stata fissata la data dei funerali di Simone Stucchi, il giovane di Vimercate rimasto ferito mortalmente da una coltellata in una rissa a Pessano con Bornago il 29 settembre. L’ultimo saluto sarà sabato 30 ottobre alle 11 nella chiesa principale di Vimercate. A un mese dall’omicidio.
La scorsa settimana, martedì, era stata effettuata l’autopsia all’istituto di medicina legale di Milano, diverse settimane dopo i fatti per via di tempi tecnici legati soprattutto all’elevato numero di soggetti coinvolti direttamente.
Sono 30 i ragazzi indagati (per ora per rissa) ai quali per legge doveva essere notificato l’avviso dell’esame autoptico e dato il tempo di nominare un perito di parte. Pare che nessuno abbia usufruito di questa possibilità. I risultati dell’autopsia durante la quale sarebbero stati prelevati anche campioni di materiale che potrebbe appartenere agli aggressori saranno disponibili ufficialmente entro i prossimi 60 giorni, ma sembra che i provvedimenti dei carabinieri della Compagnia di Pioltello, titolare delle indagini, possano arrivare prima.
Il presunto colpevole della coltellata letale sarebbe già stato individuato e le indagini sarebbero concentrate ora sull’individuazione dei ragazzi che dovranno rispondere di concorso in omicidio per avere partecipato a diverso titolo all’aggressione a Simone.
Tutti e 30 i giovani che hanno partecipato alla rissa, in parte di Vimercate e in parte di Pessano, alcuni minorenni, sono stati identificati dai carabinieri e tutti dovranno rispondere del reato di rissa aggravata.
Durante tutto il mese non si sono fermate le manifestazioni d’affetto davanti all’edicola di famiglia in via Vittorio Emanuele.
«Simone era un ragazzo vivace che amava la vita non certo un violento. Noi non vogliamo nessuna vendetta per nostro figlio, vogliamo solo giustizia e capire chi abbia potuto ucciderlo senza nemmeno conoscerlo – avevano detto nei giorni scorsi al Cittadino papà Massimiliano Stucchi e mamma Daniela Grassi – Simone era lì per errore a Pessano perché era insieme alla sua compagnia di amici. Dovevano chiarire qualcosa con l’altro gruppo di ragazzi pessanesi, solo che questi erano armati. Simone, addirittura, quella sera era uscito solo con cinque euro perché voleva risparmiare un po’ di soldi per sé e aveva lasciato il cellulare in carica a casa, talmente era convinto che si trattasse di una semplice e breve discussione».
«Nostro figlio non era un ragazzo che cercava lo scontro e chi lo incontrava lo vedeva sempre con il sorriso, in piazza come in edicola. Era sicuramente molto vivace, sicuramente le sue goliardate le faceva, ma non era certo un violento, anzi rispettava tutti».