«Verrò qui tutte le domeniche, insieme ai ragazzi, agli amici di Cristian. Mio figlio non potrà più incontrarsi con i suoi amici, lo farò io al posto suo». Massimo Donzello, il padre del giovanissimo studente monzese, deceduto in seguito all’incidente successo tra un’auto e la moto guidata dal giovane, lo scorso 12 marzo a Biassono, era presente domenica 19 marzo in via Friuli, proprio nella strada dove la moto di suo figlio si è schiantata contro una Volkswagen Polo guidata da un seregnese poco più grande di lui. Qui, a una settimana di distanza dall’incidente e alla stessa ora dello schianto, gli amici, i famigliari hanno voluto ricordare e raccontare Cristian Donzello.
Tutti in sella in via Friuli a Biassono: “Cristian vola più in alto che puoi”
«Stiamo realizzando solo ora che non ci sei più – ha detto un amico – da quando non sentiamo più la tua voce al telefono. Eravamo tutti noi una famiglia. Ora vola più in alto che puoi. Ti vogliamo bene». Tanta commozione ma anche il desiderio, da parte dei famigliari e dei ragazzi che con Donzello condividevano la passione delle moto e della velocità, di ribadire «che in via Friuli non si disputavano gare. Quello è un ritrovo per gli appassionati di moto».
Tutti in sella in via Friuli a Biassono e il monito del sindaco
Tra le oltre duecento persone accorse domenica 19 marzo, c’era anche il sindaco di Biassono, Luciano Casiraghi. «La moto può essere un mezzo pericoloso – ha detto –. Spesso i ragazzi non riconoscono il pericolo. Non posso impedire che i ragazzi continuino a ritrovarsi qui il sabato e la domenica pomeriggio, ma vi chiedo di non fare più azioni pericolose».
Tutti in sella in via Friuli a Biassono e i pericoli della strada
Tra i presenti anche il titolare di una delle tante aziende e capannoni che si affacciano sulla strada, che ha confermato la presenza di moto e di auto intente, non solo nel fine settimana, in testa coda ed esibizioni pericolose. È proprio lui a rivolgersi direttamente al sindaco. «Cosa pensa di fare l’amministrazione? Se non si interviene in questa via, tra qualche mese capiterà un altro incidente. Servono dei dossi, dei dissuasori di velocità». Niente dissuasori è la replica del borgomastro. «Qui non si possono mettere, mi è già stato chiesto ma sarebbero ancora più pericolosi per le moto e dannoso per il continuo passaggio dei mezzi pesanti».
Poi il pensiero è stato rivolto a Cristian. Per lui, come per il giorno del suo funerale, un lancio di palloncini al quale ha partecipato anche il sindaco Casiraghi, e i fumogeni bianchi e blu. Tanta commozione e un po’ di nervosismo da parte dei famigliari e degli amici più cari di Cristian. «È stato detto tanto su di lui e su di noi in questi giorni. Non siamo delinquenti, ma solo ragazzi con la passione per le moto». Defilato tra la folla c’era anche Roberto Cancedda, presidente dell’associazione 2Nove9 Associazione vittime incidenti. «Ho parlato con i famigliari di Cristian – ha spiegato -. La nostra associazione, tramite i Comuni, si offre di fornire assistenza psicologica gratuita alle vittime della strada e ai loro famigliari. Mi appello anche ai sindaci perché si crei una rete di collaborazione, per intervenire nelle scuole, con le famiglie e tra i ragazzi per prevenire simili tragedie».