Treni, ecco il dopo Expo 2015: carrozze sovraffollate e i soliti ritardi

Qualcosa meglio, ma solo qualcosa. La fine di Expo 2015 non ha portato gli sperati vantaggi al trasporto ferroviario pendolare di Monza e Brianza. Ecco come è andato l’inizio di novembre. E per venerdì è proclamato uno sciopero.
Treni, pendolari alla stazione di Monza
Treni, pendolari alla stazione di Monza FABRIZIO RADAELLI

Qualcosa meglio, ma solo qualcosa. La fine di Expo 2015 non ha portato gli sperati vantaggi al trasporto ferroviario pendolare di Monza e Brianza. Lo auspicavano da Trenord, lo sospiravano gli utenti: il dopo-esposizione, senza i milioni di turisti che hanno scelto il treno per recarsi a Rho, sarebbe stato un toccasana per i pendolari stipati sui treni come delle sardine. I milioni di visitatori sono rimasti. Così come i ritardi e le sardine.

Lunedì, tutto sommato, ai pendolari è andata anche bene: per tutta la giornata, prendendo Monza come stazione di riferimento, i treni che hanno registrato un ritardo significativo (la redazione del Cittadino ha conteggiato quelli dai 5 minuti in su di ritardo) sono stati una sessantina in totale.

In sofferenza, tra le tratte brianzole, sono state la Milano-Chiasso (che passa da Seregno e Lissone) che ha fatto registrare anche 15 minuti di ritardo per una corsa, la Bergamo-Milano via Carnate (una quindicina di minuti, come quelli accumulati dal treno 10766 delle 8.53 da Bergamo) ma soprattutto la Saronno-Albairate, dove i convogli sono arrivati a Monza anche con 125 minuti di ritardo (es. il treno 24114 delle 8-05 da Saronno). Ritardi più contenuti sulla Rho-Chiasso (uno sporadico ritardo di 18 minuti per il treno 25549 delle 13.43 da Rho) e sulla Lecco-Milano: qui il treno 5158 delle 18.07 ha arrancato fino a Monza 34 minuti oltre l’orario previsto di arrivo.

Il giorno dopo, martedì, la situazione è peggiorata: tutte le linee sono andate in sofferenza, ad affondare è stata soprattutto la Milano-Bergamo via Carnate, con i treni del mattino pesantemente in ritardo.

E dire che Expo non c’è più. Ma le magagne, per Trenord, sembrano non avere fine. La prima dovrà essere affrontata già venerdì 6 novembre, quando dalle 9 alle 17, le organizzazioni sindacali Orsa, Filt-Cgil, Uilt-Uil, Fast Ferrovie, Ugl Trasporti e Faisa Cisal hanno proclamato uno sciopero a cui potrà aderire il personale Trenord. Non sono coinvolte le fasce orarie di garanzia. Viaggeranno i treni che da orario ufficiale sono previsti in partenza entro le ore 9 e con orario di arrivo a destinazione finale entro le ore 10.

Ma la “guerra” contro i disservizi passa attraverso altre battaglie da vincere. È possibile che i 760mila pendolari che ogni giorno scelgono il treno per spostarsi debbano subire, nel quadriennio 2010-2014, un rincaro delle tariffe del 25% a fronte di un servizio che invece di migliorare, peggiora?


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Ai sovraffollamento delle carrozze Trenord sta cercando di rispondere con una diversa rimodulazione dei convogli. Un’aspirina per un malato gravissimo, perché i veri problemi non riguardano soltanto i treni, ma anche un sistema infrastrutturale vecchio, pensato e realizzato 50 anni fa e mai aggiornato a dovere. Impossibile aumentare le corse, ad esempio: a meno di miracoli, aggiungere corse negli orari di punta porterebbe al collasso del sistema.

E anche sul fronte del rapporto con l’utenza ci sono troppe situazione di estrema opacità. I 760mila pendolari vedono quotidianamente come ci sia una discrepanza (termine eufemistico) tra i ritardi segnalati dai tabelloni delle stazioni e quelli effettivi accumulati dalla corsa: quelli ufficiali sono sempre meno.

Pochi minuti, ma sufficienti ad esempio a non far scattare il bonus sugli abbonamenti solo mensili. Una riduzione del 30% che si applica automaticamente per quelle linee che non rispettano lo standard di servizio (c’è la beffa per i pendolari monzesi che vanno a Milano: per loro non è previsto alcun bonus).
E poi c’è la non proprio celere modalità con cui viene applicato il bonus da parte di Regione Lombardia. A novembre, ad esempio, solo una linea usufruirà del bonus: saranno fortunati le poche centinaia di pendolari della Seregno-Carnate, l’unica tratta che non ha rispettato gli standard di qualità nel mese di agosto. I due mesi che intercorrono tra il mese considerato per l’applicazione del bonus e quello in cui viene applicato crea dei cortocircuiti come quello cui vanno incontro i pendolari lombardi. I disastri patiti a settembre e ottobre verranno “scontati” a dicembre e gennaio. Quando, date le festività natalizie, i pendolari che acquisteranno un abbonamento mensile saranno sensibilmente di meno. Il buon Natale di Trenord.