Treni affollati dopo i tagli, scontro pendolari-Trenord: «È così che evita l’esposizione dei viaggiatori al contagio da Coronavirus?»

Scontro tra comitati pendolari e Trenord sui treni affollati registrati su alcune linee nella giornata di martedì 25 febbraio.
I pendolari appena scesi da un treno alla stazione di Milano Affori
I pendolari appena scesi da un treno alla stazione di Milano Affori

Non c’è solo la polemica tra il premier Giuseppe Conte e il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana a scaldare gli animi certamente esacerbati dall’emergenza Coronavirus. Oltre ai due pesi massimi della politica, c’è anche l’eterna diatriba che vede su fronti contrapposti Trenord e comitati dei pendolari. Che si arricchisce di un nuovo capitolo, ovvero quello relativo ai tagli alle corse decisi a Trenord a fronte di una netta diminuzione dell’utenza. Una “rimodulazione del servizio” scattata dalla mattinata di martedì 25 febbraio e che ha fatto registrare corse sovraffollate su alcune linee. In particolare sofferenza, in Brianza, la Seveso/Asso-Milano.


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«In questi difficili giorni di diffusione del coronavirus in cui siamo tutti chiamati a collaborare senza inutili e dannosi isterismi ed allarmismi, Trenord dà ancora il peggio di sé – spiegano in un documento congiunto numerosi comitati pendolari: quelli Novaresi (Apn), il Como-Lecco, i Pendolari Cremaschi, quelli della Bassa Bergamasca, quelli del Meratese, quelli della Gallarate-Milano, della Milano-Novara, i Pendolari Romano, i viaggiatori della Milano-Asso, quelli delle S9/S11, del Nodo di Saronno, i Pendolari Pavesi, quella della Mantova-Cremona-Milano, della S7 Besanino, della Domodossola-Arona-Milano, #sciancalafreccia, i rappresentanti regionali dei viaggiatori Francesco Ninno, Stefano Lorenzi, Giorgio Dahò, Sara Salmoiraghi -. Le pesantissime cancellazioni, oltre a creare forti disagi, determinano il venirsi a creare dell’unica situazione assolutamente da evitare: l’affollamento che non fa altro che aumentare l’esposizione dei viaggiatori al contagio. E questo atteggiamento evidenzia ancora una volta una grave responsabilità dell’azienda. Si aggiunga poi che la trasparenza nella comunicazione lascia larghissimi margini di incertezza e incompletezza».

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«Cancellano treni perché c’è meno gente ed è più comodo ed economico fare meno corse – si chiedono i rappresentanti dei viaggiatori -? Cancellano per la “sanificazione” – che sia la volta buona che qualche treno viene pulito a fondo – o cancellano perché manca il personale? In ogni caso le cancellazioni avvengono “a caso”, senza preoccuparsi di dare un assetto razionale al poco che resta. Questo non fa altro che confermare l’incapacità aziendale nel modificare i turni in tempi brevi, incapacità già dimostrata in periodi “normali”, figuriamoci in contesti di emergenza! È opportuno che il prefetto e il presidente Fontana verifichino urgentemente la compatibilità della decisione presa da Trenord con l’ordinanza emessa di concerto con Il ministro Speranza – evitare affollamenti che Trenord sta provvedendo a creare con le soppressioni. Tutto passerà e, come diceva Don Camillo dagli altoparlanti nella chiesa allagata, “presto tornerà a splendere il sole”, ma non passerà il giudizio sempre più negativo sull’inadeguatezza di questa Trenord».


Prima di questo comunicato, Trenord aveva affidato a twitter la propria posizione: «Precisiamo che la riduzione dell’8% dei treni -in accordo con Regione Lombardia – rispetto al calo del 60% di clienti garantisce pienamente la continuità del servizio, ben oltre la domanda».