La onlus monzese “Ti do una mano” continua a raccogliere le drammatiche testimonianze degli amici ucraini. Così l’associazione guidata da Lele Duse in queste ore concitate ha scelto di creare una rete di informazioni. Le famiglie monzesi e brianzole che hanno ospitato a più riprese i bambini e i ragazzi ucraini hanno conservato con loro contatti costanti e ora cercano di avere continue notizie di quelli che sono legami di affetto forti, rimasti ben oltre l’accoglienza in Italia. Messaggi che vengono diffusi un paio di volte al giorno con “Voci dall’Ucraina”, testimonianze per dar conto di quello che sta accadendo.
Terzo giorno di guerra
«Stamattina abbiamo lasciato il rifugio dove abbiamo passato la notte per tornare a casa a lavarci e cambiarci. La nonna ha incontrato vicino a casa dei soldati ucraini che chiedevano da mangiare. Alcuni erano giovanissimi. E’ entrata, ha cucinato qualcosa per loro e glielo ha portato Periferia di Chernighiv – ore 8».
«Non riesco a smettere di piangere! dallo shock. Ci sediamo in scantinati freddi temendo per i bambini. Ci nascondiamo per salvare la nostra vita e quella dei nostri figli. Viviamo nel 2022 e sono in un incubo che non finisce mai. Il ponte che poteva aggirare Kiev è stato distrutto, non possiamo andare da nessuna parte in macchina. Guardo la mia bambina che è nascosta nel seminterrato. Potrei salvarla e lasciare il paese. Mi dispiace di non aver ascoltato mio fratello che è in Polonia. Non voglio che nessuno al mondo provi questo in questo momento, l’Ucraina lo sta vivendo! 600 carri armati stanno attraversando la Bielorussia. Maaaammmmaaaaa mia, cosa succederà!» Una giovane mamma—Chernighiv
«L’altra notte, con i miei fratelli, abbiamo fatto una ronda intorno al paese per vedere se c’erano dei pericoli. All’inizio del bosco, nascosto dai rami abbiamo visto un carro armato russo ma, prima che potessimo torna- re indietro, siamo stati illuminati dai suoi fari. Un soldato ci ha bloccati con un Kalashnikov spianato chiedendoci chi eravamo e da dove venivamo. Abbiamo spiegato che abitavamo lì vicino e sicura- mente ha capito che non eravamo un pericolo per loro, per cui ci hanno lasciato andare. C’e paura !!! Stanotte non ci siamo allontanati dal nostro cancello! Vicino a Tupichev ore 7»
«Stamattina è passato abbastanza vicino un aereo che ha sganciato 5 bombe. Poi ho sentito dire che erano i nostri che volevano colpire i russi che stazionano nelle campagne.Provincia di Chernigov – ore 10»
«Siamo scappati da Leopoli perché la guerra è arrivata anche qui. Sono disperata, Io e mio marito siamo sposati da meno di un anno ed eravamo riusciti a comprare un piccolo appartamento, facendo un mutuo. Abbiamo dovuto lasciare tutto per rifugiarci dai parenti in un villaggio di campagna. Ho paura che mio marito venga chiamato a combattere».