Tappa a Monza per la campagna di prevenzione contro il gioco d’azzardo tra i minori

Ha fatto tappa a Monza la campagna di prevenzione per la diffusione del gioco d’azzardo tra i minori, già vietato per legge nel mondo reale e in quello virtuale, direttamente sul territorio e nei luoghi in cui è più facile cadere nella rete. Ovvero dove ci sono le videolotterie e le slot machine.
Monza Associazione tabaccai campagna contro ludopatie
Monza Associazione tabaccai campagna contro ludopatie Fabrizio Radaelli

Combattere la diffusione del gioco d’azzardo tra i minori, già vietato per legge nel mondo reale e in quello virtuale, direttamente sul territorio e nei luoghi in cui è più facile cadere nella rete. È l’edizione 2017 di “Facciamo girare la voce”, il tour informativo per la prevenzione del gioco minorile realizzato da Lottomatica attraverso la partnership consolidata con Moige (Movimento Italiano Genitori) e Fit (Federazione Italiana Tabaccai). Il progetto è la sesta edizione e “conferma l’impegno nel coinvolgimento della collettività per la diffusione del divieto di accesso al gioco con vincite in denaro per i minori”, fanno sapere i promotori.

Martedì ha fatto tappa a Monza: in via Tommaso Grossi, in via Manara, in via Dante e in via Bertacchi. Le operatrici del Moige hanno fatto opera di sensibilizzazione invitando i clienti a scattarsi una foto da postare sui social col cartellone del progetto.

Dopo aver coinvolto oltre 300mila persone con le campagne degli anni scorsi, l’obiettivo della nuova edizione è di raggiungere coinvolgere direttamente i rivenditori per informare, prevenire e sensibilizzare. I tour toccherà venti città.

«Ben volentieri – commenta Silvio Gandolfi, presidente Fit Brianza – abbiamo ospitato un’iniziativa così valida»

Una questione analoga era stata sollevata qualche settimana fa in consiglio comunale quando all’attenzione è stata portata l’apertura di una sala scommesse a Triante. Non con slot, ma con computer a cui gli avventori possono scommettere online.

Quella di Una Monza per tutti era stata solo una delle segnalazioni arrivate al Comune. Un caso “monitorato – era stata la risposta dell’assessore – ma avviato legalmente con autorizzazioni che non competono a noi”.