Suor Serafina Delledonne in visita alla parrocchia seregnese del Lazzaretto

La religiosa bresciana, oggi missionaria in Brasile, incontrerà domenica 3 luglio la comunità dove ha prestato servizio tra il 1976 ed il 1986, nella scuola materna parrocchiale
Suor Serafina Delledonne, in piedi, insieme con altre consorelle nella sua missione in Brasile

Un importante ritorno al Lazzaretto di Seregno è previsto per domenica 3 luglio: suor Serafina Delledonne torna in parrocchia dopo anni per raccontare la sua esperienza di missionaria in Brasile. La consacrata sarà presente alla Messa delle 10 nella chiesa della Beata Vergine Addolorata, seguirà il pranzo in oratorio e la sua testimonianza si potrà ascoltare nel primo pomeriggio. Suor Serafina torna al Lazzaretto dopo trentasei anni: era il 1986 infatti, quando lasciò Seregno e l’anno successivo saliva su un volo diretto in Brasile. Da allora la missionaria presta servizio nelle missioni gestite dalla sua congregazione, le Suore Operaie di Botticino, che si trovano nelle comunità di Guarulhos, Barueri, Contagem, Serrinha e Navirai. Al momento la suora presta servizio a Contagem, una comunità vicino alla metropoli di Belo Horizonte, situata tra Brasilia e Rio de Janeiro.

Suor Serafina Delledonne: il racconto della sua esperienza


Nata col nome Giulia a Provaglio d’Iseo nel 1941, viene ordinata nel 1960 e in seguito presta servizio in diversi paesi della provincia di Brescia e non solo, e arriva a Seregno nel 1976; qui per dieci anni segue i bambini della scuola materna del Lazzaretto. Dice che il Brasile le ha insegnato la tolleranza; in un testo che recentemente ha mandato ai parrocchiani, infatti, scrive: «Qui le razze si mescolano, bianchi, neri, meticci, cinesi. In Brasile (Paese grande 19 volte l’Italia) ho conosciuto popoli diversi, ma che sanno vivere insieme». Certo i problemi sono tanti: il primo in assoluto è la diseguaglianza mostruosa. Le differenze economiche sono enormi e le grandi città come San Paolo e Rio de Janeiro ne sono un esempio: grattacieli accanto alle favelas.

Suor Serafina Delledonne: l’attenzione alle fasce giovanili


La povertà spaventosa spinge soprattutto i ragazzi ad arrangiarsi come possono; spesso proprio loro finiscono tra le fila della criminalità organizzata, un problema ormai cronico in America Latina, che ha ricordato anche monsignor Eugenio Coter in Casa della carità lo scorso 15 giugno. «Purtroppo, non riusciamo più ad avvicinare in presenza i giovani -dice suor Serafina e a far loro proposte di formazione, sia umana che spirituale. L’entusiasmo della fede si è ridotto, c’è un calo di matrimoni, di nascite nelle famiglie e di partecipazione ai sacramenti. La pandemia ha poi accentuato una situazione già difficile e la ripresa è molto lenta, ma non perdiamo la speranza. Stiamo provando ad usare gli strumenti che abbiamo a disposizione per raggiungere i ragazzi e le loro famiglie. Abbiamo creato un programma online e il lunedì sera ha luogo un incontro di preghiera, di riflessione e di condivisione delle esperienze. Sta funzionando, raggiungiamo anche gente che non conosciamo personalmente, ma che vuole partecipare».