Storia del sacrario di Meda, che compie 100 anni

Celebrazioni del 4 novembre dal doppio significato a Meda: ricorrono i 100 anni della costruzione dell’ossario di piazza Vittorio Veneto. Un po' di storia.
Meda monumento illuminato col tricolore
Meda monumento illuminato col tricolore

Le celebrazioni del 4 novembre, giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate istituita come “anniversario della vittoria” per ricordare i caduti del primo conflitto mondiale, a Meda ricorrono domenica 6 novembre, con una serie di manifestazioni. La celebrazione avrà un doppio significato, perché sono i 100 anni della costruzione dell’ossario di piazza Vittorio Veneto. Uno dei pochi esistenti sul territorio nazionale oltre al più famoso sacrario militare di Redipuglia in Friuli Venezia Giulia, in provincia di Gorizia.

Storia del sacrario di Meda, le celebrazioni per il IV Novembre

Il programma prevede alle 9.30 la formazione del corteo in piazza Municipio, a cui seguirà alle 10 la santa messa nel santuario del Santo Crocifisso con la partecipazione del coro alpino “I Rododendri” di Casatenovo e con Rossana Berto all’organo; alle 11 cerimonia al monumento ossario ai caduti della grande guerra accompagnato dalle bande musicali Santa Cecilia e La Cittadina, e interventi delle autorità e scuole locali. In piazza Vittorio Veneto è prevista l’esposizione di veicoli militari; a villa Antona Traversi apertura al pubblico del museo della Grande Guerra, a cura di Giovanni Traversi e degli studenti del liceo Curie oltre a visite guidate nella chiesa di San Vittore a cura degli Amici dell’Arte e al monumento ossario e al santuario a cura della ProLoco Pro Meda.

Meda monumento sacrario, 1949: i 50 anni della 1899
Meda monumento sacrario, 1949: i 50 anni della 1899

Storia del sacrario di Meda, a colloquio con lo storico locale Felice Asnaghi

Per ripercorrere i passi della nascita del sacrario medese il Cittadino si è affidato allo storico locale Felice Asnaghi nel del 2019 per conto dell’amministrazione comunale aveva predisposto il volume “I soldati medesi della Grande guerra”.

La Grande Guerra con i suoi lutti, le miserie e grandi speranze suscitate in qualche modo doveva essere pubblicamente ricordata – ha esordito – Come in ogni paese italiano, anche a Meda si innalzò il monumento ai caduti e si tracciò il viale delle rimembranze in onore e a perenne ricordo dei propri militi morti o dispersi durante il conflitto. Le due opere richiesero un impegno notevole ed un intervento economico di non poco conto“.

Promotore dell’iniziativa era stato l’ingegner Carlo Agrati, che in soli tre giorni era riuscito a raccogliere sottoscrizioni per oltre 60 mila lire, grazie alla partecipazione di industriali, proprietari terrieri, artigiani, commercianti – ha continuato Asnaghi – a questo punto avendo la certezza che l’iniziativa non sarebbe caduta, si era costituito il comitato presieduto dallo stesso ingegnere. Agrati era riuscito ad ottenere dai nobili Antona Traversi e dal marchese Brivio la cessione gratuita delle aree di loro proprietà in piazza parrocchiale riuscendo a superare ogni difficoltà anche grazie alla disponibilità e alla generosità dei due donatori”.

Storia del sacrario di Meda, la scelta del luogo

Lo storico medese ha proseguito cosi: “La scelta del luogo dove far sorgere il monumento non era così scontata, seguirono discussioni vivaci ma alla fine prevalse la prima proposta, se ne era presentata almeno una seconda, essendo la piazza parrocchiale, oggi conosciuta come piazza Vittorio Veneto, una zona appartata dal traffico stradale, posta in luogo elevato e certamente la più amata dai medesi. Venne costituita una apposita commissione, composta dal barone Giuseppe Bagatti Valsecchi, dal commendator Giuseppe Graziosi professore di scultura a Brera e dall’ingegner Enrico Agostino Griffini del Politecnico di Milano, tre autorità nel loro campo, che aveva il compito di vagliare e scegliere il miglior progetto del monumento. Al proposito era stato bandito un concorso che non aveva avuto alcun esito. Ne era stato bandito un secondo a cui parteciparono settanta concorrenti. La giuria scelse il progetto “Sacrificio e Vittoria” presentato da due giovani architetti: Aldo Scala di Milano e Cesare Donini di Lugano, e dallo scultore medese professor Cesare Busnelli. La spesa prevista era di circa 100 mila lire sottoscritte rapidamente in un Comune che allora contava 8 mila abitanti”.

Meda monumento sacrario
Meda monumento sacrario

Storia del sacrario di Meda, alcune particolarità del monumento

Alcune particolarità del monumento.Abbastanza subito sono iniziati i lavori commissionati alla ditta Domenico Terragni, a cui sovraintese Carlo Agrati, che aveva provveduto in particolare alla ricerca del materiale. Per dare un’idea della mole del monumento ecco i dati fisici: il basamento misura 10,40 metri di lunghezza per 3,90 di larghezza e 1,80 di altezza; sopra si susseguono 6 gradini di 20 cm (1,20 metri) che collegano al piano terminale di 40 cm di altezza, 4,50 m di lunghezza e 1,45 m di larghezza, dove si elevano tre grandi croci alte 1,80 metri e la stupenda vittoria alata di 3,20 metri, dalla base alla cima delle ali spiegate, opera in bronzo del concittadino Cesare Busnelli e fusa nella fonderia Savini & Ripamonti di Milano. Tutta la superficie: altare, scale, croci, è ricoperta da lastroni di granito di ghiandone di circa 950 quintali e 50 quintali di marmo botticino bianco forniti dalla ditta Camillo Balzanetti di Caslino. La struttura in ferro è stata approntata dalla ditta Cipriano Nobili, direttamente finanziata dai marchesi Brivio”.

Nel suo interno – ha sottolineato Asnaghi – sono state collocate in sacelli posti nel pavimento e protetti da una robusta muratura le salme di otto caduti della Prima Guerra Mondiale. L’interno dell’ossario è tutto un susseguirsi di arcate in cotto che sostengono i gradini. Nei vani formati dalle piccole arcate poste sul fondo, verso il terrapieno, sono sistemate nove cassettine di resti dei caduti della Grande Guerra e dieci cassettine di caduti della Seconda Guerra Mondiale, più un caduto della guerra in Abissinia. Attualmente nel monumento sono contenuti i resti di 28 soldati. Tra questi: Giovanni ed Enrico Bonacina, rispettivamente padre e figlio; Pietro ed Enrico Galimberti, zio e nipote; Angelo e Mario Mandressi, zio e nipote”.

Storia del sacrario di Meda, le date del monumento

Felice Asnaghi ha concluso cosi: “Il monumento è stato inaugurato domenica 5 novembre 1922 alla presenza del commissario prefettizio generale Francesco Gualtieri, era da poco caduta la giunta comunale di Meda, dall’onorevole Luigi Gasparotto, con la partecipazione di tutte le sezioni del fascio del circondario e della popolazione medese. Il 29 giugno 1925 il Monumento ai Caduti era diventato un altare, poiché nella cripta, appositamente scavata, sono stati tumulati, con rito solenne, otto soldati medesi caduti in guerra. Per l’interessamento del senatore Giannino Antona Traversi, allora presidente nazionale del Coscig (commissione onoranze, salme, caduti italiani in guerra), benché ci fosse il divieto, è stato possibile la traslazione delle salme dal cimitero comune alla cripta del monumento”.

Storia del sacrario di Meda, i medesi caduti tumulati nel monumento

Le salme dei caduti della Prima Guerra Mondiale: Enrico Serafino Asnaghi, Giovanni Bonacina, Ernesto Fumagalli, Enrico Galimberti,, Pietro Galimberti, Angelo Enrico Mandressi, Mario Agostino Mandressi, Arturo Novati. I resti dei caduti della Seconda Guerra Mondiale: Carlo Giuseppe Caglio, Angelo Colombo, Carlo Vincenzo Colombo, Ettore Carlo Consonni, Emilio Mariani, Angelo Luigi Minotti, Luigi Angelo Nespoli, Angelo Fabio Proserpio, Angelo Vago.