La notizia della chiusura della linea S7 tra Lecco e Monza è arrivata sui cellulari dei pendolari solo una decina di giorni fa. La conferma (amara) di una voce che da tempo girava in maniera informale. La stessa linea nel tratto nord è stata riqualificata senza però interrompere il servizio, ma aprendo il cantiere solo nelle ore notturne.
«I lavori di aggiornamento della linea erano previsti ed è un bene che vengano fatti, ma perché penalizzare i pendolari della Brianza per tre mesi?». È la domanda che si fanno dal comitato pendolari della linea Besanino.
Stop al Besanino per tre mesi: chiusura totale fino all’8 settembre
A provare a rispondere è Alberto Viganò, referente per i pendolari del Besanino all’interno del Comitato pendolari lombardi. La chiusura totale della linea permetterà di accelerare i lavori e riaprire come annunciato per l’8 settembre, e poi i lavori in diurna costano meno – spiegano dal Comitato – Non bisogna però dimenticare il valore sociale che ha il trasporto ferroviario, questa decisione creerà complicazioni e problemi a centinaia di lavoratori, «soprattutto a chi non potrà usare la macchina come alternativa ma che dovrà comunque presentarsi al posto di lavoro in cantiere per esempio, già all’alba».
Stop al Besanino per tre mesi: non solo studenti, il 40% lavoratori
Rfi ha atteso la fine dell’anno scolastico per dare il via al cantiere per i lavori di manutenzione straordinaria, senza però considerare che almeno il 40% dei pendolari che usano il Besanino sono lavoratori, aggiungono dal comitato. In media (i dati sono di un paio di anni fa) utilizzano il treno della tratta S7 circa 14.000 persone al giorno.
«Eppure non c’è mai stata una lobby politica che rappresentasse davvero gli interessi di queste persone. Servirebbe che tutti i ventidue sindaci dei comuni coinvolti andassero in Regione per portare le istanze dei loro cittadini, messi in grave difficoltà da questa decisione. Un’infrastruttura come il Besanino non deve essere una questione che passa in secondo piano».
Stop al Besanino per tre mesi: il pullman sostitutivo
Trenord ha già informato gli utenti che potranno utilizzare un pullman sostitutivo per percorrere il medesimo tratto da Lecco a Milano.
«Peccato che un bus abbia circa cinquanta posti, contro i 400 del treno. E la velocità media è quella che si deve tenere su strada, di 50 chilometri all’ora. A che ora dovremo svegliarci per non rischiare di arrivare tardi al lavoro – continua Viganò – Se ora per percorre in treno il tragitto da Besana a Triuggio si impiegava un quarto d’ora, con il pullman si dovrà almeno raddoppiare i tempi. La cosa che ha fatto arrabbiare i pendolari è che siano stati tutelati solo gli studenti, mentre ai lavoratori che continueranno ad andare a lavorare anche dopo la chiusura delle scuole nessuno ha pensato».