Sembra una storia che ben si sovrappone al famoso “La spia che venne dal freddo”, film del 1965 diretto da Martin Ritt, ma questa volte le spie, e sono due, vengono da una terra tutt’altro che fredda, arrivano dalla ricca Brianza: una è di Lesmo, 34enne, e l’altro di Carate Brianza, 60 anni. I due avrebbero collaborato con i servizi segreti russi documentando installazioni militari a Milano, ma anche documentando zone della città non coperte da videocamere. Tutto in cambio di qualche migliaio di euro in criptovalute. Tutto pagato, secondo l’accusa, dai servizi di intelligence di Mosca.
Spionaggio: due brianzoli indagati per collaborazione con i servizi segreti russi, accusa di corruzione aggravata, terrorismo e eversione
Per questo i due aspiranti 007, entrambi imprenditori brianzoli sono finiti al centro di una indagine per corruzione aggravata commessa per finalità di terrorismo ed eversione. È quanto emerso da una indagine dei carabinieri del Ros (il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri), coordinata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco.
L’indagine, si legge nel comunicato ufficiale, iniziata a partire dal 2024, era scaturita dagli esiti di una complessa attività investigativa condotta dal Ros di Milano, in collaborazione con la Sezione Criptovalute del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria di Roma, nella quale sono stati riscontrati l’adescamento, da parte di soggetti russi, e la successiva corrispondenza sul canale “Telegram”, tra loro e i due indagati che, dietro compenso in criptovalute, si prestavano a reperire documentazione classificata, fotografie di installazioni militari e informazioni su tecnici specializzati nel campo dei droni e della sicurezza informatica.
Spionaggio: due brianzoli indagati per collaborazione con i servizi segreti russi, le perquisizioni
Le perquisizioni eseguite poi a carico dei due brianzoli indagati, hanno poi fatto emergere interessi dell’intelligence russa alla mappatura dei sistemi di videosorveglianza delle città di Milano e Roma.
Gli indagati, si legge ancora nella nota del Ros, “avevano altresì proposto, a cooperative di taxi di Milano, un business plan che prevedeva l’installazione, a titolo gratuito, di dash cam sulle vetture, nella prospettiva di affidare – all’insaputa dei tassisti, la gestione dei dati ricavabili all’intelligence russa, che avrebbe potuto utilizzarli per diverse finalità”.
Spionaggio: due brianzoli indagati per collaborazione con i servizi segreti russi, notificata la chiusura delle indagini
Il 20 novembre ai due indagati è stata intanto notificata la chiusura delle indagini. Le indagini prevedono il reato di corruzione del cittadino da parte dello straniero, con l’aggravante della finalità di terrorismo ed eversione. Dal canto suo l’immobiliarista di Lesmo in un’intervista rilasciata a Gianni Rosini, del “Fatto Quotidiano”, all’indomani della notifica di chiusura indagine contesta le motivazioni contenute nelle accuse mosse dai Pm di Milano: “Non sono mai stato un collaboratore dei servizi segreti russi. Sono io che ho adescato loro con false promesse per ottenere informazioni sulla guerra in Ucraina… Ero veramente spinto da un sentimento di timore, di paura: volevo far sapere a queste persone che in Italia non c’era voglia di far guerra a loro”.
Non dimenticando che la corruzione del cittadino da parte dello straniero, se il fatto non costituisce un più grave reato, contempla una pena da tre a dieci anni e una multa da euro 516 a euro 2.065. Se poi venisse riconosciuto anche il reato di terrorismo o di eversione dell´ordine democratico l’ulteriore condanna prevederebbe la reclusione da sette a quindici anni.