«Non sono dispiaciuta di chiudere, perché la gioia che provo per quello che verrà dopo è grande. Ho un progetto di fede nel cuore, questa è la mia scelta». Dal 1985 a Sovico è il volto del “Magazzino di Cristina”, un punto di riferimento per diverse generazioni. Un luogo storico votato alla creatività, alla qualità dei prodotti, in particolar modo dei filati, capace di evolversi col passare dei tempi e delle mode.
Cristina Sala, titolare e commerciante della prima ora, a fine anno chiuderà il suo “mondo”. Uno scrigno di colori, ricco di cose belle, e lei è custode di un cammino di vita che coniuga tradizione e modernità. In Brianza è esempio di “casa- bottega” che si è tramandato in famiglia. Un fil rouge, appunto.
«Ho aperto nel 1985, anno della grande nevicata e mi ricordo bene quanto abbiamo dovuto spalare per aprire un varco e portare avanti e indietro la merce – racconta Cristina – avevo 34 anni e tre figli. Sono subentrata nel magazzino della tessitura di mio padre, la Sa.Ca. In qualche modo già da piccola avevo avuto a che fare con quel mondo che è poi diventato il mio sino a oggi. Ho potuto apprendere e capire quale fosse la qualità, la bellezza dei prodotti e così ho sempre voluto vendere roba buona, filati di qualità, ma anche biancheria intima». Allestito il magazzino, il lavoro ha sempre più assunto un ruolo predominante.
«La mia vita? La famiglia e questo magazzino – spiega – è stata una vera casa- bottega. Gli anni più belli? Più o meno tutti, credo che il lato bello delle cose lo trovi dappertutto».
A fine mese, la programmata chiusura. «È una scelta – racconta – ho un progetto di fede a cui dedicarmi. Ciò che voglio fare, ora, è dedicarmi al prossimo, al bene della vita, ai pellegrinaggi di luoghi di fede e godermi anche la comunità rendendomi utile. E stare più tempo con la mia famiglia».
È il momento per Cristina Sala, conosciutissima in paese, di dare priorità alla spiritualità, a quei “segni” che spingono ad andare avanti, ad ascoltare ciò che ognuno di noi ha più di intimo e personale per dare ancora più pienezza alla propria vita. Mettersi al servizio dell’altro quale espressione di condivisione e gioia.
«Da alcuni anni faccio parte di gruppi di preghiera e di fede, organizzo pellegrinaggi a Medjugorje – afferma con gli occhi lucidi – il bene che fai agli altri ti ritorna e io voglio proseguire e dedicare tempo a questo progetto di fede. Provo tanta gioia per quello che verrà, e so che è grande».