Metà della popolazione che vive nelle città in Italia respira livelli troppo elevati di polveri sottili (Pm10), mentre il 62% è esposto a quantità eccessive di ozono. E’ su quest’ultimo fronte che l’Italia registra picchi di concentrazione fuorilegge da record rispetto al resto d’Europa, specie al Nord con Lecco, Padova, Monza, Varese, Vicenza e Udine.
Questi i dati del rapporto Air Quality 2014 dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) appunto sulla qualità dell’aria, secondo cui applicando i parametri dell’Oms quasi tutte le città europee sono malate di inquinamento, che rimane la minaccia ambientale numero uno per la salute nel vecchio continente. In Italia un dato positivo registrato è il calo nella stima della popolazione urbana esposta al biossido di azoto (NO2) fra 2011 e 2012, che passa dal 46,1% al 25,2%.
«L’inquinamento dell’aria è ancora elevato in Europa» avverte il direttore esecutivo dell’Aea, Hans Bruyninckx, secondo cui questa situazione «comporta costi considerevoli: per i nostri sistemi naturali, la nostra economia, la produttività della forza lavoro dell’Europa e, cosa più grave, per la salute degli europei».
Il principale killer rimangono le polveri sottili, che penetrano direttamente nei polmoni. Secondo l’Aea, l’esposizione di lungo periodo alle polveri sottili sarebbe responsabile della maggior parte delle 400mila morti premature provocate dall’inquinamento dell’aria nel 2011, ma anche l’esposizione a livelli elevati di ozono in brevi periodi ha causato un numero significativo di decessi.