Comprano una casa all’asta in buone condizioni, se la ritrovano mezza demolita. È successo ad una giovane coppia che, nonostante la crisi, aveva deciso di gettare il cuore l’ostacolo. Loro sono Tiziana Giammona e Carmelo Diliberto, lei barista part-time lui operaio, conviventi da un paio di anni in un appartamentino in affitto a Meda. L’anno scorso decidono di fare il grande passo, comprare casa.
La coppia, alla fine del 2012, inizia ad interessarsi di un immobile di ubicato in via Filippo Turati a Seveso che il Tribunale di Monza sta mettendo all’asta. I due incontrano il curatore fallimentare e fanno un primo sopralluogo della casa. La casa non è nuova, ma è ben curata, con gli impianti funzionanti e opere di ristrutturazione realizzate da poco. Ad accertare le buone condizioni dell’immobile c’è anche una dettagliata perizia del tribunale.
Qualcosa da sistemare c’è, ma niente di proibitivo: «Ci aggiudichiamo la casa come unici offerenti il 20 gennaio per 102.000 euro – racconta Tiziana – il 27 febbraio rogitiamo davanti al giudice e al notaio. Il 2 marzo il curatore fallimentare ci consegna le chiavi e dice che però c’è un problema. Quando entro l’appartamento è completamente danneggiato. Il camino è stato demolito, il bagno con la vasca idromassaggio anche.
Sono state rotte le finestre, reso inutilizzabile l’impianto elettrico. Il parquet picconato. Dalla cucina e da altre sale del soggiorno sono state tolte le piastrelle. Non era la casa che avevamo acquistato. Chiamo subito i carabinieri e sporgo una denuncia della quale, ufficialmente, non so ancora gli esiti». Successivamente viene anche fatta fare una perizia dei danni subiti che ammontano a 46.400 euro. La coppia si rivolge anche ad un legale che, pur di recuperare qualcosa, propone al tribunale un risarcimento di 28.000 euro:
«Per comprare la casa avevamo acceso un mutuo che stiamo già pagando e che è di 570 euro mensili. L’affitto della casa di Meda è di 450 – racconta ancora Tiziana – abbiamo già versato una prima rata dell’Imu per oltre 300 euro e dovremo versare la seconda rata perché risulta seconda casa fino a quando non spostiamo la residenza. Ma la casa è inagibile e la residenza non la possiamo chiedere. Nel frattempo il mio fidanzato è finito in cassa integrazione con la riduzione degli orari di lavoro.
Dal mese prossimo ci trasferiremo dai genitori del mio compagno per non pagare l’affitto. Volevamo sposarci l’anno prossimo, non credo sarà possibile. In tutto questo mi chiedo. Ma di chi è la responsabilità di questa situazione? Noi avevamo acquistato un immobile che era in un determinato stato e ci è stata consegnata un casa danneggiata. Assurdo»