«A luglio al posto del mensile pensavo di acquistare un machete da esibire come documento di viaggio»: lo ha scritto un pendolare della linea ferroviaria Milano-Lecco, quella che attraversa anche Monza, Arcore e Carnate, non è chiaro se per ironizzare sull’affollamento dei treni tra ritardi e soppressioni di corse o per protestare nei confronti del servizio. Ma il post non è sfuggito al capotreno che nel 2015, a Rogoredo, è stato preso proprio a colpi di machete da una banda di latinos.
Lo scambio di messaggi è sulla pagina facebook del Gruppo pendolari del meratese e i commenti sono stati chiusi per evitare che il dialogo trascendesse. “Ringrazio gli amministratori del gruppo per avermi dato la possibilità di contrabbattere al post il quale si chiedeva quale modello di machete conveniva mostrare al personale viaggiante dei treni anziché l’abbonamento” ha scritto il capotreno mostrando le profonde cicatrici rimaste sul braccio dall’aggressione. “Vede signor Marco, quelle che le mostro in questo breve video sono le cicatrici che porto dall’aggressione ricevuta appunto con un machete. Si ricordi che dietro una divisa, ogni divisa, c’è un uomo ed una donna in carne ed ossa, con famiglia, amici ed altri cari, e che quello che lei reputa simpatico o ironico ha fatto inorridire non pochi”.
E ancora: “Non parlo di soli ferrovieri perché mi han scritto ed inviato lo screenshot del suo post anche persone che non hanno nulla a che fare col trasporto pubblico. Si ricordi che lo schermo di un telefonino o il monitor di un pc non ci rende anonimi o protegge, quello che si pubblica in un modo o nell’altro esce”.