Richieste di condanna a cinque anni di reclusione per Edoardo Mazza, sindaco di Seregno tra il 2015 ed il 2017, ed a sette anni e quattro mesi per Antonino Lugarà, imprenditore, ma anche di assoluzione per l’ex primo cittadino e vicesindaco Giacinto Mariani. Sono le novità sostanziali emerse lunedì a Monza, nel processo sul presunto malaffare nella macchina comunale di Seregno, che nel settembre del 2017 aveva portato alla clamorosa operazione giudiziaria che aveva travolto l’amministrazione di centrodestra in carica. Di fronte al collegio giudicante, presieduto da Letizia Anna Brambilla, i pubblici ministeri monzesi Giulia Rizzo e Salvatore Bellomo hanno formulato le loro istanze, conseguenze delle accuse di corruzione, abuso d’ufficio ed usura, indirizzate a vario titolo nei confronti degli imputati e scaturite dall’iter per la riconversione urbanistica dell’area dell’ex Dell’Orto Autopullman, che oggi ospita un supermercato.
Corruzione a Seregno: le altre richieste dei pubblici ministeri

Oltre a Mazza e Lugarà, l’accusa ha domandato le condanne di Massimo Ponzoni, già assessore regionale, a sei anni e sei mesi, di Stefano Gatti, ex consigliere comunale, a quattro anni e sei mesi, di Vincenzo Fortunato Corso, ex ufficiale giudiziario, a quattro anni, di Giuseppe Carello, impiegato della procura della Repubblica di Monza, e di Angelo Bombara a tre anni a testa, di Franco Greco e Mauro Facchinetti, dipendenti comunali, ad un anno e quattro mesi ciascuno. L’assoluzione è stata chiesta non solo per l’ex sindaco Mariani, ma anche per i dipendenti comunali, in carica o in pensione, Carlo Santambrogio, Antonella Cazorzi e Biagio Milione.