L’immagine che forse meglio riassume un’esperienza di vita spesa per gli altri è l’ultima, con la bara che esce dalla chiesa, dietro agli stendardi della filarmonica a fiati Città di Seregno, erede di quel corpo musicale Santa Cecilia cui fu molto legato durante la sua parentesi amministrativa, delle Acli e della Cisl, realtà con le quali ha cercato di mettere in pratica i valori di solidarietà ed attenzione agli altri che gli erano propri, e con al fianco il sindaco in carica Alberto Rossi, il primo esponente del centrosinistra a governare dopo di lui, ed Arturo Lanzani, che le cronache di quel decennio ormai lontano hanno sempre indicato come il suo assessore prediletto. Il santuario di Santa Valeria a Seregno ha faticato sabato 25 ottobre, nel pomeriggio, a contenere le persone accorse per partecipare alla cerimonia funebre di Gigi Perego, classe 1942, primo cittadino tra il 1995 ed il 2005, spentosi per un malore improvviso mercoledì 22 ottobre.
Funerale: gli interventi di don Gheno e don Conti

La cerimonia è stata presieduta da don Walter Gheno, vicario parrocchiale, e concelebrata da don Giuseppe Conti, prevosto di Carate Brianza, tra il 1997 ed il 2008 parroco di Sant’Ambrogio in Seregno. «Chissà quante volte Gigi sarà entrato da solo in questa chiesa -ha commentato nell’omelia don Walter Gheno-, quante volte avrà guardato da solo il tabernacolo, quante volte avrà pensato alle occasioni in cui avrebbe voluto fare di più, ma umanamente non è stato possibile. Mi piace pensare che si sia consegnato a Gesù dicendo: “Eccomi”. Ora lo pensiamo lì, accanto al Risorto». Dal canto suo, don Giuseppe Conti, aprendo il giro degli interventi conclusivi, si è invece rivolto direttamente a Perego: «Caro Gigi, lei mi ha accolto come parroco di Sant’Ambrogio in Seregno nel 1997. Non sapevo cosa volesse dire fare il parroco. Con lei ho imparato qualcosa di prezioso. Sindaco e parroco hanno compiti differenti, strumenti differenti, ma condividono una responsabilità, quella di mettersi al servizio delle persone. Oggi posso dire che siamo stati buoni amici, ciascuno rispettando il ruolo dell’altro. Lei è sempre stato attento alle persone sofferenti, a chi se la passa meno bene. Il Signore la ricompensi di questa sua generosità».
Funerale: il saluto dei nipoti e del sindaco Rossi
La nipote Beatrice Perego, anche a nome del fratello Lorenzo e dei cugini Tommaso e Federico Gatti, ha ricordato il nonno, ringraziandolo «perché ci hai insegnato che la gentilezza è una forza silenziosa. Resterai sempre il nostro nonno ed il sindaco di tutti». Un rappresentante di Acra, associazione che l’ex sindaco ha contribuito a fondare nel 1968, ha invece confidato che «non so se lui all’inizio avesse immaginato che l’attività sarebbe andata avanti così a lungo. Certamente nel tempo la cooperazione internazionale è cambiata. Ma quello che Gigi ci ha insegnato ancora oggi ha senso e deve continuare». Un esponente della Cisl ha al contrario sottolineato che «salutiamo in te un uomo che si è messo in gioco, un esempio di passione civica». Infine, il sindaco Alberto Rossi ha illustrato il rapporto con il suo predecessore, partendo dai tanti pranzi consumati insieme a casa sua e preparati con amore dalla moglie Luigia, apparsa inconsolabile per la perdita e sorretta dai figli Alessandra e Davide: «Gigi amava le persone, le persone singole, non la gente tutta insieme. La sua vita è stata un prendersi cura. Impastarsi con la vita degli altri era l’azione di un uomo che non voleva diventare indifferente. Gigi amava Seregno come e più di sé. Vi si è dedicato per renderla una città più bella e vivibile, con un impegno instancabile. Ha sempre avuto la capacità di mettersi all’altezza del suo interlocutore e di fare in modo di farlo sentire bene. Ha superato i momenti duri grazie alla presenza al suo fianco di Luigia. Grazie Gigi: hai seminato tantissimo, hai raccolto molto, ma ancora tanti sono i frutti che la nostra comunità potrà raccogliere grazie a te».