Maxi processo sul malaffare in comune a Seregno la prossima primavera. Il gup Silvia Pansini ha rinviato a giudizio all’8 aprile 2018, l’ex sindaco del comune brianzolo Edoardo Mazza, eletto nel 2015 per Forza Italia, e altre 11 persone, nell’ambito della vicenda giudiziaria che lo scorso autunno aveva fatto finire agli arresti domiciliari proprio il primo cittadino e altri esponenti dell’amministrazione locale (poi commissariata proprio per gli effetti dell’inchiesta) e in carcere l’imprenditore Antonino Lugarà, che gli investigatori consideravano vicino a esponenti della ‘ndrangheta di Senago. Nel corso della precedente udienza, invece, l’ex assessore alla protezione civile e ai servizi demografici Gianfanco Ciafrone, e l’ex segretario comunale Francesco Motolese, hanno scelto il rito abbreviato, che concede in caso di condanna lo sconto di un terzo della pena.
Per gli altri imputati, invece, la scelta difensiva è stata quella di affrontare il dibattimento. All’ex primo cittadino vengono contestati, oltre alle accuse di corruzione per i suoi rapporti con il costruttore calabrese Lugarà, altri presunti reati di abuso d’ufficio, in relazione alla nomina del segretario comunale Motolese. Tra gli imputati, figura anche Massimo Ponzoni, ex assessore regionale all’ambiente del Pdl, attualmente in carcere a Bollate per una condanna definitiva a cinque anni e 10 mesi per bancarotta e concussione, accusato in questo ambito di usura in concorso con Lugarà. Altri imputati sono l’ex vicesindaco Giacinto Mariani (già primo cittadino nelle precedenti amministrazioni), l’ex consigliere comunale forzista (nonché prestanome di varie aziende di Lugarà) Stefano Gatti, i funzionari comunali Carlo Santambrogio, Franco Greco, Antonella Cazorzi, Mauro Facchinetti, Biagio Milione, i dipendenti del tribunale Vincenzo Corso e Giuseppe Carello, e il 30enne di Cesano Maderno, originario della provincia di Reggio Calabria, Angelo Bombara. Primo oggetto di contestazione è la vicenda relativa all’area seregnese denominata ex Dell’Orto, dove i progetti di Lugarà sarebbero stati favoriti, e che ha portato all’emissione delle misure cautelari in autunno. Provvedimenti poi sconfessati dal tribunale del Riesame, che aveva giudicato insufficienti i gravi indizi di colpevolezza, scarcerando Lugarà. Elemento, quest’ultimo, su cui probabilmente faranno nuovamente leva i difensori, a partire dall’avvocato Luca Ricci, che assiste Lugarà. La procura, nel frattempo, ha ancora aperti due fronti di inchiesta su Seregno, uno sull’azienda energetica Gelsia, l’altro sul mondo imprenditoriale.