Avrebbe chiesto ai carabinieri di essere riportato in carcere perché non sopportava più la moglie un 41enne salvadoregno già noto per reati contro il patrimonio e la persona e agli arresi domiciliari a Seregno, in casa della donna. I militari della stazione locale dell’Arma, alla luce di vari comportamenti dell’uomo, spesso sotto gli effetti dell’alcol e in stato di agitazione e aggressività, hanno proposto al Tribunale di sorveglianza di Milano la sospensione della detenzione domiciliare, decretata ed eseguita lunedì 30 agosto nel pomeriggio.
La condanna e i domiciliari a Seregno dalla connazionale
L’uomo era stato condannato in via definitiva per rapina, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali commessi a Milano nel 2013, pena alla quale ne erano state sommate altre per un totale di 6 anni di reclusione che aveva cominciato a scontare a marzo chiedendo di poterla espiare a Seregno, nella casa della donna con la quale conviveva, una 45enne salvadoregna, insieme alla figlia di sei anni e un’altra di maggiore età della donna.
La convivenza difficile a Seregno e l’acceso litigio
Tuttavia, dopo cinque mesi la convivenza con la donna si è mostrata molto difficile a causa della conflittualità della coppia acuita dall’abuso di alcol da parte dell’uomo che mostrata atteggiamenti aggressivi che non sarebbero comunque sfociati in violenze fisiche. Durante l’ultimo acceso litigio, i carabinieri, intervenuti per l’ennesima volta, hanno trovato l’uomo in stato di alterazione psico-fisica dovuta a un evidente abuso di sostanze alcoliche. In quella circostanza, davanti ai militari l’uomo aveva anche preso un coltello da cucina minacciando di compiere atti autolesionisti. Riportato alla calma aveva poi espresso ai carabinieri il desiderio di tornare in cella perché non sopportava più la moglie.