Seregno, Mariani a processo per appropriazione indebita

Il sindaco e candidato della Lega alle Europee Giacinto Mariani a processo a Milano per una vicenda legata alla sua attività di amministratore condominiale: è accusato di avere trattenuto circa 45mila euro. Mariani respinge le accuse.
Il sindaco Giacinto Mariani
Il sindaco Giacinto Mariani Paolo Colzani

Mondo politico di Seregno a rumore per la notizia del processo che vede il sindaco Giacinto Mariani imputato a Milano per appropriazione indebita, con l’aggravante di abuso di prestazione d’opera. La vicenda è relativa all’attività professionale di amministratore condominiale del primo cittadino leghista, candidato nelle elezioni europee in programma nel fine settimana: secondo il sostituto procuratore Isidoro Palma, che lo ha citato direttamente a giudizio, Mariani avrebbe trattenuto indebitamente per sé la somma di 45mila 848 euro e 45 centesimi, di proprietà del palazzo al civico 79 di via Pontaccio a Milano, con più azioni esecutive all’interno di un unico disegno criminoso. Una contestazione che l’interessato ha subito respinto, ricordando come lo stesso Tribunale di Milano lo scorso 5 novembre, a conclusione della causa civile promossa nei suoi confronti dai suoi ex clienti, ha stabilito che «nessun importo è uscito dalle casse condominiali per finalità diverse da quelle istituzionali». In attesa della prossima udienza, in calendario il 16 giugno 2014, ora saranno da valutare le ripercussioni politiche dell’accaduto. Appare difficile però che Popolo della libertà-Forza Italia e Lega Nord, dopo essere rimasti al fianco di Mariani un anno fa, quando infuriava la bufera per i suoi legami d’affare con l’imprenditore Mario Barzaghi, il maggior beneficiario delle volumetrie concesse dalla prima bozza del piano di governo del territorio poi accantonata, lo abbandonino al suo destino, mentre è scontato che le opposizioni partano lancia in resta al suo indirizzo. Intanto, la seduta del consiglio comunale prevista per mercoledì 21 maggio 2014 è stata annullata, ufficialmente per lo slittamento dei termini di pagamento della prima rata della Tasi, che ha fatto venire meno l’urgenza di approvare il suo regolamento. Per molti, però, il sindaco ha voluto evitare una nuova gogna pubblica.