«Credo che l’intelligenza artificiale non sostituirà mai l’uomo. Ma credo anche che la stessa intelligenza artificiale ci obbligherà a cambiare il nostro modo di lavorare». Luca Vajani, 44 anni, amministratore unico di Aries Tech, società che lavora per lo sviluppo di software, web ed app con sede in via Magenta 54 a Seregno, ha chiosato così mercoledì 6 dicembre un incontro di presentazione alla stampa della sua attività, che giornalmente fa i conti appunto con l’intelligenza artificiale, strumento che consente ad un computer di svolgere in modo autonomo funzioni e ragionamenti tipici della mente umana.
Aries Tech: i videogiochi elettronici la porta per il futuro
«Lavoro a Seregno ormai da 16 anni -ha spiegato Vajani-. Avere una sede a Milano è probabilmente un vantaggio a livello di immagine, ma io ho fatto una scelta che rimanda alla comodità di vita, mia e dei miei collaboratori. Fare il pendolare è massacrante». L’approfondimento è proseguito: «Una delle nostre attività principali è lo sviluppo di videogiochi elettronici. Grazie all’intelligenza artificiale, ne stiamo definendo uno che studia lo stile del giocatore ed adatta gli step alle sue caratteristiche, senza un percorso predefinito specifico. Vogliamo anche arrivare a dare l’opportunità al giocatore di un guadagno, attraverso il riscatto dei bitcoin. Non penso che ci sia il rischio di creare nell’individuo una dipendenza, poiché siamo di fronte a quella che sarà un’opzione e saranno previste sessioni tra loro successive, di durata limitata. Probabilmente, potremo essere a regime in primavera». Ed ancora: «L’elaborazione di un gioco è molto impegnativa. A seconda del budget disponibile, può coinvolgere anche una trentina di professionalità alla volta. Per arrivare al traguardo, partendo da zero, occorrono mesi di abnegazione».
Aries Tech: un patto etico per l’intelligenza artificiale
La presentazione è infine stata chiosata da una dimostrazione pratica, con l’intelligenza artificiale che ha creato un giornalista virtuale, chiamato non a caso Seregno, divulgatore esperto nel settore della cucina, in particolare nel campo delle ricette vegane. L’imprenditore ha così condotto gli astanti in un viaggio, che ha consentito di toccare con mano i pregi, ma anche i difetti dell’intelligenza artificiale, attraverso qualche domanda trabocchetto, ad esempio quella finalizzata a chiedere una ricetta per una bistecca, alla quale l’operatore ha risposto proponendone una per una bistecca di melanzane o di cavolfiori. «Il patto etico sull’intelligenza artificiale -ha concluso Vajani– si rivolge soprattutto a chi la utilizza. Troppa libertà può anche fare danni».