“Seregno, la parola e il volto- autobiografia di un comunità”, è il terzo ed ultimo volume di questa serie, le cui prime due hanno riscosso un notevole successo, edito dal Circolo culturale Seregn de la memoria, con testi di Paolo Colzani e Daniele Rigamonti, a cui hanno collaborato Paolo Cazzaniga, Carlo Perego, Davide Perego e Cristiano Puglisi. Un volume di 190 pagine realizzato in partnership con “Il Cittadino di Monza e Brianza”.
Il libro è stato diviso in tredici capitoli, all’interno dei quali, dallo sport, alla scuola, dagli edifici alla cronaca, dalle famiglie, alle associazioni, dalla vita religiosa ai momenti di vita comune, dalla cronaca dagli archivi, agli edifici, vengono presentati personaggi che hanno dato lustro e contribuito a far crescere la città.
Le pagine sono ricche di ricordi, testimonianze ed emozioni. Le fotografie hanno una parte fondamentale perché sono tutte o quasi di amarcord.
“Ricordare il passato – ha scritto in una pagina di introduzione il direttore de “Il Cittadino” Cristiano Puglisi – significa riandare alle nostre origini, alla cultura e al contesto valoriale in cui siamo stati educati e cresciuti. Significa ricordare l’abbraccio di una nonna, di un padre, ma anche colori, sapori, odori, fotogrammi. Significa rimembrare ginocchia sbucciate ed estati spensierate o le ramanzine dopo certe marachelle, che servivano a darti degli indirizzi, una via da seguire che sarebbe poi stata utile nel percorso della vita”.
Le pagine del terzo volume si aprono sulla figura di Cesare Ballabio, deceduto a 97 anni, che ha dedicato la sua vita alla scuola dapprima come insegnante e poi preside della prima scuola media, la Manzoni e di nuovo al collegio Ballerini. Un insegnante con la passione per la montagna.
Tra i personaggi spicca Giuseppe Baffa, il cui ruolo sia lavorativo che nel mondi sportivo che ha molto praticato, è stato quello di segretario, tanto da meritarsi l’appellativo di “Richelieu”. Un’ altra persona che si è spesa molto nell’impegno sociale, unitamente all’onnipresente consorte Teresina Mariani, è Carluccio Sala.
E poi Ciro Baldassare, il fondatore della sezione locale degli Autieri, ma soprattutto il poco conosciuto, dalla maggior parte della popolazione, ma che ha avuto una parte rilevante durante l’occupazione nazista, Otto Ziegenhagen, maresciallo della Wermacht. Ufficiale tedesco, ma con Seregno nel cuore, tanto che da responsabile del presidio militare che controllava la stazione ferroviaria locale, tollerava le frequenti sottrazioni di carbone e sale, a quel tempo materie prime assai preziose.
Tra i seregnesi saliti agli onori della cronaca, il giornalista Maurizio Losa che dai racconti dell’alluvione in Valtellina aveva spiccato il volo, passando per l’operazione Mani Pulite, fino agli avvenimenti di sport.
Ma anche il decano dei giornalisti seregnesi, Mario Galimberti con la prima cronaca della diossina. Per passare alla casa di Camoè di Caglio acquistata dal commendator Umberto Trabattoni per gli orfani dell’istituto San Giuseppe accaduti dai monaci benedettini olivetani.
Pagine particolari sono state riservate a don Pino Caimi, il sacerdote vulcano che da prete novello dal suo arrivo nel 1958 all’oratorio San Rocco diede una scossa senza precedenti all’ambiente giovanile, tanto da lasciare una traccia indelebile ancora oggi. Nello sport il primo arbitro dell’Aia locale a dirigere partite di serie A, Guglielmo Matucci.