Seregno, il tribunale ecclesiastico condanna in primo grado don Samuele Marelli

Molto articolata la pena inflitta al sacerdote, che potrà ricorrere in appello: previsto tra l'altro il divieto per cinque anni dell'esercizio pubblico del ministero
Don Samuele Marelli è sotto processo per abusi sessuali
Don Samuele Marelli Paolo Volonterio

Il tribunale ecclesiastico lombardo ha condannato in primo grado don Samuele Marelli, già responsabile della pastorale giovanile a Seregno, accusato di abusi sessuali, per atti contro il sesto comandamento del decalogo con minore da parte di un chierico ed atti contro il sesto comandamento del decalogo da parte di un chierico con persona maggiorenne, compiuti tramite abuso di autorità. Il sesto comandamento è quello che fa riferimento all’adulterio ed è un precetto morale che riguarda l’amore e la fedeltà coniugale. La notizia è stata comunicata domenica 27 aprile, in mattinata, da monsignor Michele Elli, vicario episcopale, al termine di una santa Messa che ha officiato nella basilica San Giuseppe, ed è stata poi pubblicata sul sito dell’arcidiocesi di Milano.

Tribunale ecclesiastico: l’articolazione della condanna

In virtù della condanna, al sacerdote, classe 1976, nato a Mariano Comense e cresciuto a Novedrate, è stata inflitta una pena così articolata: proibizione, per cinque anni, di risiedere nel territorio dell’arcidiocesi di Milano; proibizione, per cinque anni, dell’esercizio pubblico del ministero sacerdotale; proibizione perpetua di cercare contatti volontari con minori, se non alla presenza di un accompagnatore maggiorenne; privazione, per dieci anni, della facoltà di confessare e di poter svolgere attività di direzione spirituale; proibizione perpetua di cercare contatti volontari, attraverso qualunque mezzo, con persone che erano canonicamente domiciliate a Seregno nel periodo in cui ha svolto sul territorio il suo ministero.

Tribunale ecclesiastico: le parole di monsignor Elli

«Ogni pena canonica -ha spiegato monsignor Elliè sempre finalizzata ad ottenere il ristabilimento della giustizia, il pentimento del reo e la riparazione dello scandalo ed è pertanto uno strumento che la Chiesa fa suo per custodire il bene di tutti fedeli. Trattandosi di una sentenza in primo grado di giudizio, essa è soggetta a possibile appello e non è dunque da considerarsi come definitiva. Nel mentre, rimangono in essere le misure cautelari imposte al sacerdote, al quale continua pertanto ad essere proibito l’esercizio pubblico del ministero al di fuori del luogo della sua attuale dimora, nonché il contatto volontario con i fedeli della comunità di Seregno». Monsignor Elli ha quindi concluso: «In questa domenica in cui celebriamo la Divina misericordia, esprimo nuovamente la vicinanza a tutte le persone coinvolte e che hanno sofferto per questa vicenda, nonché a tutta la comunità cristiana che vive un momento di turbamento e di ferita. I fatti accaduti ci spronano a ricercare una sempre migliore formazione di tutti coloro che svolgono un servizio educativo nelle comunità cristiane, una prevenzione più efficace ed una condivisione delle scelte e degli stili educativi. Ringrazio coloro che in questa difficile situazione hanno sostenuto ed incoraggiato il cammino di tante persone e dell’oratorio».

L'autore

Seregnese, classe 1973, lavoro a “Il Cittadino di Monza e Brianza” dal 1998 e mi occupo dei paesi della Brianza Nord. Presidente del Circolo culturale San Giuseppe di Seregno tra il 2013 ed il 2019, ho curato in prima persona o partecipato alla stesura di più di una ventina di pubblicazioni, tutte riguardanti storie o personaggi della città in cui sono cresciuto e vivo.