Seregno, donna morta nel retro del negozio dove viveva per paura dei ladri

È morta nel suo negozio, dove aveva preso l’abitudine di dormire per paura dei ladri. Seregno ha detto addio a Franceschina Silva, 84 anni, della Confetteria di piazza Vittorio Veneto. Un punto di riferimento per oltre sessanta anni per l’acquisto di dolciumi in città. I funerali si sono celebrati sabato.
Seregno: Franceschina Silva, nel suo negozio di dolciumi
Seregno: Franceschina Silva, nel suo negozio di dolciumi Paolo Volonterio

È morta nel suo negozio, dove aveva preso l’abitudine di dormire per paura dei ladri. Seregno ha detto addio a Franceschina Silva, 84 anni, della Confetteria Franceschina di piazza Vittorio Veneto. Un punto di riferimento per oltre sessanta anni per l’acquisto di dolciumi in città. I funerali si sono celebrati sabato.

Era sola nel retrobottega, la mattina di mercoledì 2 marzo, quando per un infarto, è venuta a mancare improvvisamente e probabilmente senza soffrire. È stato il fratello Aristide, 87 anni, che quotidianamente andava a farle visita portandole il sacchetto del pane per il pranzo, a scoprire l’accaduto, intorno a mezzogiorno. L’ha trovata distesa sulla poltrona letto, come se stesse riposando.
«Prima di entrare nel retrobottega, com’era nostra convenzione ho bussato – ha spiegato Aristide Silva – ma contrariamente al solito la porta era accostata. E la circostanza mi aveva sorpreso, ma la sorpresa maggiore unita allo spavento l’ho avuta quando ho visto mia sorella adagiata sulla poltrona che non rispondeva più. Ho cercato di scuoterla, ma ho subito capito che non c’era più niente da fare. Ho chiamato i soccorsi, ma era ormai troppo tardi».

Da mesi, esattamente dallo scorso ottobre dopo aver subito il settimo furto della serie nella casa paterna di via Messina, trascorreva le giornate dal giovedì alla domenica in negozio e la sera dormiva su una poltrona letto nel retrobottega, dove si sentiva più al sicuro. Franceschina Silva, nata a Seregno il 3 maggio 1931, era da 63 anni il punto di riferimento di piazza Vittorio Veneto, in quanto sinonimo di specialità di dolciumi e prelibatezze al cioccolato.

La sua bottega era aperta da 115 anni, dapprima come Unica, poi come Talmone e Venchi. Nel 1951 era entrata come gerente e dal 1972 ne diventava la titolare, con la sorella Rosetta e il fratello Renato, quest’ultimo scomparso sei anni fa.
Era gioviale, brillante, fantasiosa, dal carattere forte, dotata di uno spiccato senso dell’imprenditorialità e dell’organizzazione. Era appassionata di montagna e di pizzo di Cantù. Ha lasciato nel dolore il fratello Aristide e 13 adorati nipoti (per i quali era “zia Cecca”) e tantissimi pronipoti.