«Ora, caro zio don Silvano, per te il tempo della preparazione è compiuto, per te sono le parole di Gesù: “Vieni, benedetto del Padre mio, ricevi in eredità il regno preparato per te fin dalla creazione del mondo”». È il pensiero carico di affetto personale, con cui monsignor Gualtiero Isacchi, arcivescovo di Monreale, ha salutato lo zio monsignor Silvano Motta, prevosto di Seregno tra il 1995 ed il 2012, deceduto per un malore improvviso venerdì 30 agosto, poche settimane prima di compiere 89 anni, nell’omelia del rito funebre che ha presieduto lunedì 2 settembre a Seregno, nella basilica San Giuseppe. La cerimonia, accompagnata dalla cappella musicale “Santa Cecilia”, è stata concelebrata da una trentina di confratelli di monsignor Motta, partendo da monsignor Bruno Molinari, che nel 2012 ha raccolto il suo testimone come prevosto di Seregno.
Funerale: il ricordo di monsignor Mario Delpini
In apertura, proprio monsignor Molinari ha letto il messaggio di partecipazione di monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, che ha espresso a Motta la sua riconoscenza, per lo «zelo appassionato» con cui ha interpretato i suoi 60 anni di esperienza sacerdotale, uno zelo «generoso e semplice nel servire le persone, attento alla concretezza ed alla correttezza» ed allietato tra l’altro dalla gioia di vedere il nipote, appunto monsignor Gualtiero Isacchi, nato a Lecco ma cresciuto a Seregno fino al 1980, diventare arcivescovo.
Funerale: monsignor Isacchi invita a trasformare la sofferenza in lode e ringraziamento
Nell’omelia, monsignor Isacchi, che per la celebrazione ha utilizzato il pastorale del patriarca Paolo Angelo Ballerini, la più significativa personalità religiosa della storia locale, ha evidenziato di non volere fare un panegirico dello zio, «perché non lo avrebbe gradito», ma ha riassunto alcuni passaggi che hanno caratterizzato il suo percorso, ricordando tra l’altro come negli anni di Erba, dove dal 2012 era residente con incarichi pastorali, «la sua salute si era fatta fragile, ma lui ha sempre trasformato in preghiera i momenti difficili della sua vita». Isacchi, partendo da questo spunto, ha quindi invitato i fedeli, intervenuti numerosi nonostante la giornata lavorativa, «a vivere ogni istante in preparazione alla piena partecipazione alla Pasqua del Signore; fare della nostra situazione concreta, quand’anche dolorosa, una preghiera di lode, ringraziamento ed intercessione». Infine, ha chiuso con un’ulteriore esortazione: «Attendiamo con fede, nella speranza, l’incontro personale con il Risorto per sentirci dire: “Vieni benedetto dal Padre mio”».
Funerale: i ricordi di monsignor Bruno Molinari, don Isidoro Crepaldi e del sindaco Alberto Rossi
Subito dopo, monsignor Bruno Molinari, prevosto di Seregno, ha indicato nel suo predecessore un «lavoratore instancabile nella vigna del Signore», aggiungendo che «l’ho spesso invitato a tornare, ma lui era piuttosto schivo, perché non voleva dare fastidio. È comunque venuto molte volte, celerando con noi il sessantesimo e prima il cinquantesimo del suo sacerdozio. Tornava sempre per la patronale di San Giuseppe. Ogni volta, ho percepito nei nostri incontri il suo spessore. Porto il suo ricordo nel cuore». Don Isidoro Crepaldi, viceparroco di San Giuseppe a Seregno tra il 2003 ed il 2006 ed attuale parroco di Valmadrera, cittadina che monsignor Motta ha a sua volta guidato come parroco tra il 1980 ed il 1995, si è poi accodato, sottolineando l’intensità di 15 anni vissuti «in profondità spirituale. Ha lasciato un segno nella nostra comunità, facendo costruire una nuova chiesa. La sua memoria rimarrà a lungo». Infine, William Viganò, vicesindaco di Seregno, presente con i colleghi assessori Giuseppe Borgonovo, Laura Capelli, Paolo Cazzaniga ed Elena Galbiati, nonché con Cesare Colombo, sindaco di Valmadrera, accompagnato da Antonio Rusconi, che invece a Valmadrera è stato sindaco tra il 1995 ed il 2004, ha infine letto un indirizzo di saluto del sindaco di Seregno Alberto Rossi, impossibilitato a partecipare, in quanto fuori città, che ha rimandato alla concessione a monsignor Motta della cittadinanza onoraria di Seregno, votata all’unanimità dal consiglio comunale nel maggio del 2019: «Tutti noi o quasi abbiamo un ricordo grande o piccolo di don Silvano. Il comune denominatore dei ricordi che in queste ore mi sono stati riferiti, parlano di una persona che aveva presente l’interlocutore e voleva occuparsi di lui».
Funerale: la salma sarà tumulata nel cimitero di Brivio
La salma di monsignor Silvano Motta, dopo una seconda cerimonia funebre nel pomeriggio di lunedì 2 settembre ad Erba, sarà sepolta nel cimitero di Brivio, nel lecchese, località di cui era originario.