Le suore Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, più comunemente conosciute come “Sacramentine”, ricordano i 100 anni della loro presenza in Seregno. La solenne ricorrenza si celebra l’8 novembre, alla presenza di monsignor Luigi Stucchi, vescovo ausiliario di Milano e vicario episcopale per la vita consacrate femminile. Sostituisce l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, fermato dal Covid-19. Il monastero di via Stefano, prima delle Adoratrici Perpetue, dal 1880 al 1906, era stato occupato dalle Benedettine di madre Mactilde (scapolare nero su veste bianca), attualmente presenti nel monastero di Ronco di Ghiffa. Erano giunte in città grazie a madre Marie Therèse Lamar, del monastero del SS.Sacramento di Parigi. Era l’8 maggio 1880. In precedenza tre suore benedettine provenienti da Sulmona arrivarono a Milano e il Patriarca Paolo Angelo Ballerini, già arcivescovo impedito di Milano, le aveva accolte in un piccolo appartamento accanto al suo. E proprio monsignor Ballerini si spese molto per la costruzione dell’attuale monastero di via Stefano.
Le Adoratrici Perpetue (scapolare rosso sopra la veste bianca) arrivano in città nel 1920 provenienti da Carpesino d’Erba, dove risiedevano dal 1910, dopo il forzato trasferimento da Milano. Il trasferimento a Seregno era stato causato della scarsa affluenza di fedeli nella chiesa del loro monastero e anche per la scarsa partecipazione alle celebrazioni liturgiche, soprattutto all’adorazione eucaristica. Si legge, infatti, nelle cronache del monastero: “Carpesino non risponde alle esigenze del carisma dell’Ordine delle Adoratrici Perpetue del SS.Sacramento, che vuole i suoi monasteri in centri abitati, dove più intensa ferve la vita con tutte le sue esigenze di lotte e di sacrifici, poiché, là, si rende più necessaria la presenza operante i vivificante della divina Eucaristia. La bella chiesa è quasi sempre deserta”.
Come ricorda l’attuale madre superiore e madre federale dell’ordine, la seregnese suor Maria Daniela Pozzi di Gesù Sacerdote: “l’ultimo gruppo di Adoratrici da Carpesino misero piede in Seregno il 30 ottobre 1920, e pochi giorno dopo alle 16, dell’8 novembre, don Mosè Merli, delegato del beato Andrea Carlo Ferrari, arcivescovo di Milano, benediceva la cappella del nostro monastero dedicandola al Cuore Eucaristico di Gesù e a san Giuseppe. Poco dopo, don Enrico Ratti, prevosto di Seregno, accompagnato in processione dal clero locale e da “immenso popolo festante”, portava il Santissimo Sacramento dalla collegiata San Giuseppe all’ingresso della clausura, dove monsignor Carlo Dalmazio Minoretti, vescovo di Crema e già prevosto di Seregno, l’attendeva insieme alle monache”.
Citando le cronache della comunità, madre Pozzi, ha proseguito dicendo: “monsignor Minoretti con l’ostensorio in mano e col clero sfilarono in processione nel cortile interno del monastero fino al nostro coro, da dove il SS.Sacramento fu portato in chiesa, collocato sul trono eucaristico dove rimase tutta la notte”.
Iniziava così la solenne esposizione quotidiana del SS.Sacramento e l’adorazione perpetua nella chiesetta del monastero di via Stefano. Domenica 8 novembre con la solenne eucaristia delle 18.30, si conclude un’intesa settimana di preghiera e di messe, in quanto altri eventi sono stati rinviati causa pandemia.