A sorpresa sabato 30 settembre il sindaco di Senago ha firmato il decreto di revoca delle deleghe al suo assessore Gabriele Vitalone. La leghista Magda Beretta ha rimosso dalla sua giunta l’assessore di Forza Italia ai Trasporti, ambiente, mobilità, sport e rapporti con l’Area Metropolitana.
Lo ha fatto a pochi giorni dall’inchiesta che ha portato il fratello dell’assessore, Giovanni, all’arresto con l’accusa di associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta in Brianza che ha portato ai domiciliari anche il sindaco di Seregno, Edoardo Mazza.
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“…il venir meno – si legge nel decreto – della fiducia sull’idoneità di Vitalone a rappresentare coerentemente gli indirizzi del sindaco delegante e a proseguirne gli obiettivi programmatici non è, in ogni caso, da intendersi riferita a qualsivoglia genere di valutazioni afferenti le qualità personali o professionali dell’assessore revocato, né è da intendersi sanzionatorio ma, piuttosto, meramente finalizzato a salvaguardare la serena prosecuzione del mandato amministrativo che tende a tutelare l’interesse dalla collettività rappresentata per le comuni esigenze di trasparenza, imparzialità e buon andamento”.
Un provvedimento a sorpresa anche perché nei giorni precedenti il sindaco aveva detto: “Ho parlato con Vitalone (…). Ribadisco che i fatti non hanno nulla a che fare con il lavoro dell’amministrazione comunale”. Una posizione ribadita anche nel consiglio comunale di venerdì 29 settembre. “Venerdì sera in aula il sindaco ha affermato che non avrebbe tolto le deleghe e che si fidava del suo assessore. Ora invece ha cambiato idea, probabilmente per una scelta imposta dall’alto, ma la decisione di togliere le deleghe a un assessore è politica e questo comporta una rottura nella maggioranza e noi ci chiediamo fino a quanto questo possa comportare una serenità e una trasparenza all’interno della giunta” sottolinea Lorenzo Conforto, Partito Democratico
“Il sindaco non poteva fare diversamente – commenta raggiunto al telefono il diretto interessato, l’ormai ex assessore Vitalone, 51 anni, da decenni in politica e molto conosciuto a Senago – visto tutto il fango che in questi giorni mi è stato gettato addosso. Del resto in questo momento il mio primo pensiero non è certamente quello delle deleghe, ma è quello di tutelare la mia famiglia e in particolare i miei figli da tutto questo. Ribadisco però che non sono indagato in alcun modo e che non sono neppure mai stato chiamato da carabinieri per un semplice colloquio”.
(*ha collaborato Diego Marturano)