Scuole superiori, allarme a Monza: cresce il numero di abbandoni e mancate frequenze

C'è chi lascia la scuola e aumentano i casi di mancate frequenze: i dirigenti di Monza sollevano il problema e si interrogano sui motivi.
Classe lavagna banchi scuola
Una classe scolastica

Buoni risultati nelle scuole superiori di Monza, in termini di promozioni, ma tre studenti su dieci sono “sospesi” e crescono le mancate frequenze ovvero i ragazzi che hanno lasciato la scuola. Se, da un lato, matematica e inglese, sono le materie più faticose, la fragilità generale è esplosa, portando diversi studenti a lasciare le aule.

Ogni istituto ha una sua storia, in proposito, ma tutti i dirigenti concordano sul “fermarsi a riflettere sul perché di questa situazione e soprattutto sull’esplosione di stati di ansia” confermata dall’aumento di richieste di sostegno presso i vari sportelli psicologici messi a disposizione proprio dalle scuole. Nel campo dei licei, al classico Zucchi è stata un’annata decisamente positiva con 605 alunni promossi, su circa 900, 130 che dovranno recuperare a settembre e solo 14 non ammessi, di questi ben sette per mancata frequenza. Anche al liceo scientifico Frisi risultati decisamente positivi su 1248 alunni il 78 percento è stato promosso, poco meno del 4 percento non ammesso e solo il 17 percento dovrà recuperare.

Scuole superiori di Monza: i bilanci dei dirigenti

Al liceo artistico Nanni Valentini nelle prime su 227 alunni circa il 10 percento è stato respinto e poco più del 20 percento ha dei debiti da recuperare. Meglio le seconde solo 14 i respinti e 66 i sospesi su 238 alunni, stessa percentuale di debiti nelle terze dove però i bocciati sono solo 7 su 210, dato che diminuisce nelle quarte dove su 208 alunni solo 7 i bocciati e 51 i sospesi. «In generale siamo in linea con il passato, dalle 1 alle 4 abbiamo avuto in totale 22 bocciati di questi 18 non sono stati ammessi allo scrutinio e 13 nelle sole prime perché hanno abbandonato- commenta Eliana D’Alò, dirigente del Porta-. Tanti i sospesi, 150 in totale e di questi 95 in matematica e fisica. Ci sarà da capire il dato dell’abbandono, forse strascichi del covid, o sbagliato orientamento».

In controtendenza l’Hensemberger, con il 60 percento di ammessi e solo il 5,5 percento di bocciati, frutto del lavoro costante e dell’attività di recupero messa in campo dalla scuola. «Più della metà degli alunni di prima sono stati promossi, circa un centinaio i sospesi- continua Aldo Melzi, dirigente del Mapelli– un dato in leggero miglioramento rispetto al passato. Tra le prime e le quarte registriamo oltre il 60 percento dei promossi e circa un trenta percento di respinti». A delineare le differenze tra tecnico e liceo linguistico c’è il Mosè Bianchi, il 39 percento dei promossi del tecnico contro il 63 percento del liceo, solo nelle prime.

Scuole superiori di Monza: “Un dato mai successo”

«Il dato che più salta all’occhio è l’alto tasso di mancata frequenza– spiega Guido Garlati, dirigente del Mosè Bianchi-. Alunni che hanno smesso di venire a scuola, su 1200 studenti circa una trentina quasi il 3 percento. Un dato unico, mai successo, ancor più significativo se penso che, in quanto scuola sentinella da gennaio a maggio comunicavamo al Miur le assenze: una media di 80 assenti al tecnico e quasi 50 al liceo ogni giorno. Questo è un campanello che ci deve mettere in allerta».

Un tema che il Ferrari conosce bene e sul quale lavora da tempo con un bilancio positivo, vista la contrazione di quest’anno e, con il 75 percento dei promossi in quarta e buoni risultati anche nel biennio in attesa di sapere i risultati dei sospesi. «Il nostro obiettivo è contenere l’abbandono scolastico perché la nostra utenza è molto fragile- commenta Valentina Soncini, la dirigente- e siamo riusciti ma ancora c’è da lavorare». Stesso obiettivo della collega Renata Cumino dell’Olivetti: «Un alto numero di debiti soprattutto nelle quarte, i “figli del covid” a cui si somma un alto tasso di difficoltà nelle frequenze, in generale solo il 7 percento è stato bocciato. Ci stiamo già attivando per il prossimo anno per trovare delle strategie che riportino in classe i ragazzi».