Sarà il 7 gennaio alla ripresa dopo la pausa natalizia? Oppure no? Smentite sulla data annunciata per il rientro a scuola anche delle superiori – previsto al 75% – per ora non ce ne sono, anche se negli ultimi giorni qualche dubbio è stato avanzato. Nel frattempo la prefettura di Monza e Brianza ha concluso l’iter di coordinamento in attesa della riapertura, sotto la guida del prefetto Patrizia Palmisani.
Il nodo sono una volta di più i trasporti pubblici, da allineare con le esigenze degli istituti superiori e con gli orari scolastici, “con l’obiettivo di individuare soluzioni che consentano al Tpl (trasporto pubblico locale) di garantire l’efficienza e l’adeguatezza del servizio, e che allo stesso tempo impattino il meno possibile sull’organizzazione delle scuole”.
Il risultato è la decisione di organizzare l’ingresso alle superiori in due diversi orari da lunedì a venerdì, garantendo due orari distanziati di sessanta minuti, con la possibilità di confermare un unico ingresso nella giornata del sabato. Le società che gestiscono il trasporto dovranno allo stesso tempo riprogrammare gli orari e la frequenza degli autobus per garantire la copertura di entrambi gli orari di ingresso. “A tale scopo, è stata sviluppata un’app che, sulla base dei nuovi orari scolastici e delle abitudini di viaggio degli studenti, consentirà di portare avanti un costante coordinamento tra scuole e aziende di trasporto”. Intanto un dato fondamentale: è stato deciso che i mezzi a disposizione in tutta la provincia dovranno aumentare del 20% per evitare gli assembramenti sui bus che si sono verificati a settembre.
“Anche gli operatori del trasporto ferroviario hanno concordato sulla sostenibilità del servizio in seguito alla riprogrammazione degli orari scolastici, che consentirà di garantire anche sui treni il rispetto dei limiti di capienza e delle altre misure di sicurezza di carattere sanitario”, aggiunge la prefettura, che ha chiesto anche ai sindaci di verificare dal 7 settembre la situazione delle fermate degli autobus per intervenire dove necessario, soprattutto nel momento dell’uscita.
«Il punto di partenza è stato individuato nell’importante lavoro fatto dalla Provincia negli ultimi mesi – ha detto il prefetto – . Siamo dovuti partire dai due paletti indicati nel dpcm: presenza in aula del 75% degli studenti e capienza dei mezzi non superiore al 50%. Ho poi ritenuto necessario approfondire le esigenze e le difficoltà dei diversi attori, al fine di comprendere i margini di azione e mettere a fuoco quelli che erano invece i limiti non superabili. Non si tratta di un punto di arrivo: nel corso dei prossimi giorni la Prefettura redigerà il documento operativo, mentre la scuola e i trasporti saranno chiamati a un impegno straordinario per rispettare le scadenze concordate, al fine di consentire il monitoraggio sulla corretta attuazione delle misure».
Dirigenti e Provincia nei giorni scorsi in realtà avevano chiesto interventi differenti, soprattutto sul rientro del 75% degli studenti: le scuole proponevano il 50% per evitare ricadute importanti. «Mediare significa rinunciare a qualcosa e noi sappiamo di avere chiesto alle scuole uno sforzo importante, ma la situazione attuale ci ha imposto di trovare una sintesi tra le esigenze della didattica e l’organizzazione del trasposto pubblico – ha detto il presidente provinciale Luca Santambrogio – Dobbiamo anche riconoscere che i nostri ragazzi hanno voglia di tornare in classe ma solo se ci sono le condizioni per farlo in maniera definitiva, senza continuo cambio delle regole».
La realtà scolastica della Provincia è composta da 58 Istituti scolastici secondari di secondo grado organizzati su 70 sedi, distribuite sui territori di 17 Comuni per una popolazione studentesca di circa 40.000 studenti.