Scuola, l’Omnicomprensivo di Vimercate entra nel futuro grazie alla riprogettazione col Politecnico

Progettare il presente dell’Omnicomprensivo di Vimercate con uno sguardo aperto sulla scuola del futuro. È la premessa dello studio per la riqualificazione del Centro Scolastico di Vimercate che la Provincia MB ha commissionato al Politecnico di Milano e ha presentato martedì 9 febbraio.
Scuola Rendering omnicomprensivo Vimercate
Scuola Rendering omnicomprensivo Vimercate

Progettare il presente dell’Omnicomprensivo di Vimercate con uno sguardo aperto sulla scuola del futuro. Parte da questa premessa lo studio per la riqualificazione del Centro Scolastico di Vimercate che la Provincia MB ha commissionato al Politecnico di Milano: il covid, infatti, ha imposto cambiamenti nel modo di lavorare, studiare, interagire con il prossimo che possono essere un’occasione per elaborare un nuovo modello di scuola aperta e sempre più interconnessa con l’ambiente circostante.

Gli esiti dello studio elaborato dal team della professoressa Laura Pezzetti dell’ Osservatorio Scuole del Politecnico del Milano sono stati presentati martedì 9 febbraio ai dirigenti scolatici Elena Centemero, Michelina Ciotta, Giancarlo Sala e Daniele Zangheri delle 4 scuole ospitate a Vimercate ( Banfi, Einsten, Floriani, Vanoni) alla presenza del sindaco Francesco Sartini per condividere un modello di Campus innovativo che potrebbe essere replicato per la riqualificazione di altri istituti della Brianza.

Progettato a metà anni ’70 per circa 1800 alunni, l’Omnicomprensivo è cresciuto fino ai numeri di oggi – circa 4.500 allievi oltre agli addetti e insegnanti – con una struttura di pensiline che forza i flussi di ingresso e uscita e un sistema di passerelle che frammenta lo spazio.

Ecco perché le parole chiave diventano “Ri-Centrare, Ri-Connettere, Ri-Morfologizzare – si legge – Il campus assorbe così energia dall’esterno, ossia dalla città, e dall’interno, ovvero dalla comunità scolastica. Sono stati proposti demolizioni e nuove costruzioni che rimodellano la morfologia rigida del campus rivelando potenzialità inedite spaziali e di coevolvere insieme alla società”.

Il Centro Scolastico si trasforma in analogia con i luoghi della città e i suoi quartieri (i cluster delle singole scuole); le piazze, le corti e i giardini (i patii alle diverse scale); gli interni urbani (gli spazi collettivi) e gli spazi privati (le aule), che stimolano il senso di relazione e di appartenenza.

«Conosciamo bene i problemi delle nostre scuole e per questo abbiamo iniziato ad affiancare alla gestione delle risorse per le manutenzioni anche una progettazione di quello che possiamo fare nel futuro. Quest’anno per la prima volta abbiamo avuto e la possibilità di investire tante risorse per riqualificare molti edifici e mettere in sicurezza le aule, come richiesto dalle normative anticovid. Ma sappiamo che non basta. L’emergenza sanitaria ci ha fatto riflettere e capire che è il momento di guardare oltre e pensare ad immaginare una scuola diverso capace di rispondere alle sfide che il futuro pone. Abbiamo deciso così di collaborare con il Politecnico per elaborare uno studio mirato su il complesso di Vimercate che rappresenta molte criticità ma anche tante potenzialità per costruire un modello spendibile anche in altre realtà scolastiche – ha spiegato il presidente della Provincia MB Luca Santambrogio – Sul plesso di Vimercate sono i corso lavori per realizzare nuove aule e sono in cantiere altri progetti: questo studio ci dà le linee guida per investire risorse mirate dove è necessario oggi, iniziando già a programmare i lavori futuri».

Il progetto prevede quattro fasi. Nella prima le demolizioni che riguardano l’emiciclo e le pensiline per avviare il primo lotto di costruzioni per gli Istituti Vanoni e Banfi con atrii che consentono flussi ordinati e sicuri nonché il controllo degli accessi. Le nuove aule consentono la successiva demolizione di alcune aule/laboratori in corrispondenza dei patii del Banfi e Vanoni (Fase 2) per realizzare una concezione più fluida dello spazio e forme di didattica innovativa e di autoapprendimento.

Nella seconda fase le demolizioni interessano i prefabbricati e l’edificio“G”, oltre che una porzione rimanente di pensiline e il‘pallone’. Segue la costruzione dell’Anello Verde congiuntamente al nuovo edificio per aule e biblioteca, l’Asse degli Atelier, la palestrina e la palestra semi-ipogea che sostituisce il ‘pallone’.
In parallelo e per fasi sequenziali si interviene sugli spazi interni del Banfi e Vanoni per la loro riqualificazione, trasferendo a rotazione le aule interessate nell’edificio costruito nella prima fase.

Nella terza fase le demolizioni riguardano la parte centrale del Floriani e, eventualmente e salvo verifica strutturale, alcune strutture dell’Einstein. Si costruiscono i sopralzi e gli ‘innesti’ per riunificare tutte le aule del Floriani e ampliare gli spazi dell’Einstein. Infine nella quarta e ultima fase si interviene a rotazione sugli spazi interni dell’Einstein e del Floriani per la loro riqualificazione, trasferendo a rotazione le classi interessate nelle aule degli edifici costruiti nella terza fase.

«Lo spazio architettonico non è solo un elemento attivo nell’influenzare l’apprendimento e lo sviluppo, ma è anche un elemento costitutivo della formazione del pensiero e uno strumento specifico di conoscenza critica, culturale e immaginifica della realtà. Organizzare lo spazio significa organizzare la metafora della conoscenza – ha spiegato la professoressa Pezzetti del Politecnico di Milano, autrice dello studio progettuale – Il progetto articola il centro scolastico in una varietà di luoghi-spazio, che dove l’allievo fa esperienza di uno spazio architettonico che ha la complessità di una piccola città e di un paesaggio, nella sua di significati e simboli, di metafore e metonimie attribuiti alle forme; nel gioco di scale e configurazioni diverse che predispongono e stimolano comportamenti differenti; nell’espressione di valenze tattili ed estetico-percettive. Invece che dissolvere lo spazio architettonico in ambienti modulari, omogenei o indifferenziati, i luoghi-spazio articolano l’edificio in luoghi affettivi dotati di caratteri architettonici, ciascuno deputato a proporre centri di attenzione, in equilibrio dialettico tra libertà individuale e senso di appartenenza alla comunità».