Scuola e fragilità: le superiori cercano una cura per stress, panico e autolesionismo

Gli istituti della Brianza fanno i conti con le condizioni di fragilità dei ragazzi e scelgono la formazione con gli psicologi.
Scuola studenti performance
Scuola studenti performance

Le fragilità dei ragazzi hanno importanti ricadute anche sui docenti. Sempre più spesso si sente parlare del disagio dei giovani, di ragazzi e ragazze “fragili” impreparati ad affrontare il mondo.
Uno strascico della pandemia ma anche un’emergenza latente, già presente prima dell’esplosione dell’emergenza Covid che ha chiuso tutti nelle proprie case. Il mondo della scuola si interroga su questi nuovi problemi anche perché dirigenti e il corpo docenti sono i primi a interfacciarsi con i giovani, anzi per molti di loro proprio queste figure educative sono un vero punto di riferimento.
In tutta la Brianza le scuole si sentono chiamate in causa per aiutare i giovani a ritrovare quegli equilibri che hanno perso e sono fondamentali per poter affrontare la vita.

Scuola e fragilità: il corso di formazione del liceo Valentini

Al liceo Nanni Valentini le prime riflessioni e i primi confronti sono sfociati in un corso di formazione con esperti della cooperativa milanese Minotauro e a breve ci sarà un collegio docenti straordinario dedicato.
«Assistiamo ogni giorno a un costante cambio dei nostri adolescenti – sottolinea Elisabetta Biraghi, dirigente del liceo artistico che conta più di mille studenti – l’aumento delle loro fragilità è sotto i nostri occhi. Molti docenti si stanno interrogando per capire come fare a essere un punto di riferimento per loro, come poterli aiutare nell’affrontare le frustrazioni che derivano dagli stress di ogni giorno. Per questo il primo passo che abbiamo fatto, in tempi stretti, è stata una formazione dedicata proprio agli insegnanti, con gli psicologi della cooperativa Minotauro, la necessità di capire chi sono gli adolescenti e come intervenire dove si manifestano fragilità è sempre più impellente».

Scuola e fragilità: necessità di nuovi strumenti

La necessità di trovare strumenti che la tradizionale crescita come insegnante non ha consegnato al bagaglio di preparazione professionale ha imposto la richiesta di una nuova formazione che permetta di avere strumenti che aiutino a cogliere i segnali precocemente, oltre che le competenze fondamentali per il ruolo che ricoprono. Senza dimenticare il ruolo della famiglia.

«Se in una classe di ci sono uno, due, tre studenti in questa situazione, è gestibile – ha detto una docente in una trasmissione radiofonica: ma se la fragilità investe larga parte della classe, non siamo nelle condizioni di affrontarla».
«I fenomeni di autolesionismo sono in aumento, come le crisi di panico, senza dimenticare l’incapacità di affrontare i problemi – continua la dirigente – lo sappiamo bene. Con i colleghi dirigenti delle scuole monzesi ci siamo confrontati, così come con l’amministrazione tanto che si sta creando una rete, in collaborazione anche con l’ordine degli psicologi, perché solo remando tutti nella stessa direzione possiamo davvero fare la differenza. I giovani, i docenti, tutti stanno affrontando le stesse difficoltà – conclude – per questo occorre fare rete per cercare le giuste soluzioni».