“Sconnessi”. Questo il flash mob che le mamme, i bambini, gli insegnanti di “la scuola è solo in presenza” hanno proposto venerdì 12 marzo in arengario. Tutti condividono la stessa mission: riaprire le scuole, qualsiasi colore sia la regione.
Il gruppo ha fatto rete con altre realtà tanto che, proprio giovedì, è nata la rete nazionale “La scuola è solo in presenza”. Da mesi stanno collaborando e si stanno impegnando a favore della scuola a difesa dell’art. 34 della Costituzione italiana. Formare una Rete è stato naturale. Insieme rappresentano quasi 40.000 aderenti e sostenitori che hanno a cuore il futuro del Paese. I genitori hanno a cuore i giovani, il loro futuro, consapevoli dello stato di depressione in cui, molti dei loro figli, si trovano. Senza scuola, senza sport sono sempre più soli e incapaci di costruire relazioni e socializzare.
«Fare didattica a distanza non è scuola – dicono – non solo perché apprendono meno e con maggiori difficoltà ma perché stanno perdendo la voglia di “fare” e aumentano le fragilità. Incollati al video per ore, dall’infanzia alle superiori non escono più». Più genitori sottolineano come, nelle ultime settimane, i casi di contagio siano andati scemando proprio nelle scuole e per questo si chiedono: perché «chiudere le scuole e lasciare aperto tutto il resto?».