Uno sciopero generale nazionale è stato indetto dai sindati di base per venerdì 20 maggio per protestare contro “la politica e l’economia di guerra”. Riguarderà per l’intera giornata tutti i settori pubblici e privati, dai trasporti ai servizi per la salute.
Sciopero generale 20 maggio: treni, metro e bus
Per quanto riguarda Trenord fino alle 24 di venerdì 20 maggio 2022 sono previste le fasce orarie di garanzia, dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21. Qualora fossero cancellati i collegamenti ferroviari per l’aeroporto Malpensa, saranno istituiti autobus sostitutivi senza fermate intermedie.
Le metropolitane Atm sono garantite per tutta la giornata. Potrebbero esserci conseguenze sul servizio dopo le 18. Bus, tram e filobus potrebbero non essere garantiti dalle 8.45 alle 15 e dopo le 18.
Sui trasporti Net lo sciopero potrebbe avere conseguenze sul servizio delle linee urbane di Monza dalle 9 alle 11.50 e dalle 14.50 a fine servizio; sul servizio delle linee extraurbane di Trezzo dalle 8.45 alle 15.00 e dalle 18 a fine servizio.
Sciopero generale 20 maggio: altri servizi
Disagi possono essere previsti anche negli altri settori: nelle visite in ospedale e negli ambulatori come nei Comuni, in cui alcuni servizi possono non essere garantiti. Le modalità sono comunicate dagli Enti.
Sciopero generale 20 maggio: le motivazioni
Le motivazioni: è stato indetto “per l’immediato cessate il fuoco in Ucraina, la sua smilitarizzazione con il ritiro immediato di tutti gli eserciti; per il congelamento immediato dei prezzi di tutti i beni ed i servizi primari; per lo sblocco dei contratti e aumenti salariali e la reintroduzione della scala mobile; per l’approvazione di un nuovo piano strutturale di edilizia residenziale pubblica che preveda anche il riuso del patrimonio pubblico in disuso; contro le politiche di privatizzazione; contro le spese militari dirette, indirette e indotte e la destinazione delle relative risorse alla scuola, alla sanità pubblica, ai trasporti ed al salario garantito per disoccupati e sottoccupati; per la riduzione dell’orario a parità di salario”.