Sedici anni di reclusione, un mese di arresto e cinque anni di interdizione dal comando per Francesco Schettino per il naufragio della nave Costa Concordia. È questa la sentenza del tribunale di Grosseto che ha comunque respinto la richiesta di arresto perché ritenuta infondata l’ipotesi di fuga. Schettino e la Costa sono stati condannati anche a risarcire le parti civili, incluse Isola del Giglio e Regione Toscana.
Non sono i ventisei anni di condanna chiesti dalla procura nei confronti dell’imputato che era difeso da un pool di avvocati che includeva Domenico Pepe, legale monzese. “No comment da parte di Gregorio De Falco, il capo della sala operativa della guardia costiera diventato famoso per avere invitato severamente Schettino a ritornare sulla nave che stava naufragando. “È una sentenza dura – ha commentato invece proprio l’avvocato Pepe – ma essere riusciti quasi a dimezzare le richieste esagerate della Procura forse restituisce un po’ di onore a Schettino, che non è un delinquente: questo è sempre stato un incidente colposo”.
Sulla nave sono morte 32 persone e altre 157 sono rimaste ferite. Le condanne di Schettino sono per per naufragio colposo, omicidio plurimo colposo e lesioni plurime colpose, abbandono della nave e abbandono di incapaci. Il mese di arresto è da addebitare alle informazioni non corrette alla capitaneria.