Saronno-Seregno, fermata Ceriano-Groane: cronache dal treno dello spaccio

VIDEO Fermata Ceriano-Groane Lo chiamano “Il treno dello spaccio”, la tratta è la Saronno-Seregno. Tolta qualche corsa del mattino, ha come unici passeggeri pusher e tossicodipendenti, pronti a vendere e rifornirsi di droga nelle piazze nascoste del bosco delle Groane. E i passeggeri, quelli che non scelgono il pullman, hanno paura.
Saronno-Seregno, fermata Ceriano-Groane: cronache dal treno dello spaccio

Lo chiamano “Il treno dello spaccio” e il motivo è presto detto: tolta qualche corsa del mattino, per il resto della giornata i convogli hanno come unici passeggeri pusher e tossicodipendenti, rispettivamente pronti a vendere e rifornirsi di droga nelle piazze nascoste del bosco delle Groane.
La tratta è la Saronno- Seregno, la stazione di riferimento è Ceriano- Groane, i luoghi dello spaccio sono vicini poche centinaia di metri. All’inaugurazione della tratta si era parlato di: «Importante ritorno della ferrovia in Brianza», oggi si cercano soluzioni per evitare che treni e stazioni diventino terreno di caccia per spacciatori e tossici.

Nelle ultime settimane, sono state denunciate ai carabinieri almeno tre rapine, ma negli ultimi mesi sono diverse le segnalazioni per episodi di aggressioni, tentate aggressioni o minacce avvenute tra i vagoni o sulle banchine. Nel mirino finiscono particolarmente giovani studenti. Una coppia, una domenica, è stata rapinata sul treno poco prima dell’arrivo a Ceriano- Groane, mentre ad un ragazzo hanno strappato con la forza una collanina dal collo ed il cellulare dalle mani sul marciapiede ferroviario.

È mattina presto, un pendolare, in attesa del 7.45, racconta: «A quest’ora c’è via vai ed è sicuro prendere il treno, ma la sera preferisco fermarmi a Saronno e farmi venire a prendere. Lo scorso inverno, io e una ragazza siamo stati aggrediti sul ponticello che porta al parcheggio. Ce la siamo cavata, ma lo spavento è stato grosso».
Non si può nemmeno fare il biglietto perché la macchinetta è stata distrutta da qualcuno alla ricerca di qualche spicciolo. Sul treno, un ragazzo ed una ragazza, due studenti proprio come quelli rapinati solo pochi giorni fa, dicono: «La mattina è calmo, ma il pomeriggio il treno è popolato solo da facce strane. Per fortuna spesso c’è la vigilanza. Non è una bella tratta».
Lei rincara la dose: «Oggi l’ho preso per caso, di solito preferisco il pullman». Una frase che significa molto: il treno, infatti, era stato reintrodotto proprio per levare dalle strade gli autobus del trasporto pubblico. Il pomeriggio siamo tornati. Le stazioni sono praticamente deserte.

A Saronno Sud c’è solo un uomo di origini nordafricane sulla banchina: parla al telefono in un arabo fitto, senza pause. A Ceriano- Groane ci sono due ragazzi italiani, dal modo in cui chiedono da accendere, da come si agitano, da come camminano convulsamente su e giù in attesa del treno per Seregno, si capisce che sono tossicodipendenti. Loro si sono già riforniti. Risaliamo la pista ciclabile. Due passi dentro il bosco ci sono siringhe ovunque e poi una spianata artificiale laddove dovrebbe esserci unicamente natura rigogliosa: è una piazza dello spaccio.

Sulla strada che va da Ceriano a Cesano Maderno, poco dopo il crossodromo,un cliente in bicicletta si affaccia e magicamente compare un ragazzo, sembra di origini maghrebine, si sorridono, si salutano, si scambiano dose e soldi e i pedali ritornano a mulinare.