Roberta che lavorava nel Parco con il suo neonato e le altre mamme aiutate dal Centro aiuto alla vita

Vendeva bibite alla Reggia e non aveva nessuno cui affidare il suo neonato: una delle storie del Cav, Centro aiuto alla vita di Monza.
Neonati e mamme
Neonati e mamme onlyyouqj/freepik.com

Roberta (il nome è di fantasia) è una ragazza madre. Vive in Brianza da quando ha lasciato il Sud Italia per cercare un lavoro vicino a Milano. Qualche lavoretto saltuario: la cameriera, l’operaia a tempo determinato, anche la rider.

Poi la scoperta di essere incinta e l’impossibilità di chiedere aiuto alla sua famiglia. Roberta ha fatto i salti mortali per riuscire a tenere il suo bimbo, ma dopo la nascita e non potendo contare su alcuno che potesse darle una mano per accudirlo, ha deciso che se lo sarebbe portato con sé anche al lavoro. E così ha fatto. Troppo onerose le rette dei nidi, anche di quelli comunali. E così la giovane mamma ha iniziato a vendere bibite all’interno del Parco di Monza, portando con sé il suo bimbo.

Roberta e il neonato al Parco: un posto al nido

«Quando l’abbiamo conosciuta il bambino aveva già sedici mesi. Ci ha raccontato le sue difficoltà, e quando ci ha detto che ogni giorno si portava il piccolo con sé quando andava al lavoro, ci siamo messi in moto per aiutarla», raccontano i volontari del Centro di aiuto alla vita a cui Roberta ha chiesto aiuto.

L’aiuto è arrivato grazie a don Tiziano Vimercati, parroco di Lissone, che ha trovato per il figlio di Roberta un posto nel nido parrocchiale.

Le altre storie del Centro aiuto alla vita

Questa è solo una delle storie di mamme (e di figli) che i volontari del Cav raccontano. Come Roberta sono tante, più di 150 solo lo scorso anno, le mamme che hanno bussato alla porta del Centro di via Zucchi a Monza per chiedere aiuto economico ma anche (e soprattutto) sostegno e appoggio. Una richiesta di affetto e comprensione che è spesso la prima domanda che lanciano quando incontrano i volontari.Il 2022 è stato l’anno delle mamme fuggite dall’Ucraina insieme ai loro bambini, con pochi vestiti e una borsa soltanto.

Masha dall’Ucraina, Alicia dal Perù

Tra loro anche Masha, mamma di 29 anni, scappata dal suo paese dopo la morte del marito ucciso durante i combattimenti. «Quando è arrivata era spaventata, non aveva nulla se non i pochi effetti personali e il suo bimbo che non lasciava mai. L’abbiamo accolta e aiutata in ogni modo, cercando di farla sentire, prima di tutto, di nuovo a casa e al sicuro. Oggi continuiamo ad aiutarla e siamo rimaste in contatto, anche se ha trovato una sua nuova sistemazione», continua Josetta Rocco, presidente del Cav di Monza.

Una mamma felice e realizzata è il miglior regalo che i volontari del Centro di aiuto alla vita possano fare al suo bambino. E così il (solo) aiuto economico per quanto fondamentale non sempre è sufficiente. Lo sa un’altra mamma tra le centinaia aiutate lo scorso anno dai volontari del Cav. «Abbiamo trovato per lei un corso per parrucchiera. L’abbiamo iscritta alle lezioni perché ci ha raccontato che fare la parrucchiera sarebbe stato il suo desiderio nella vita – continua la presidente -. Una volta terminato il corso potrà finalmente trovare un posto di lavoro e riuscirà a mantenere il suo bambino. La stabilità lavorativa è un elemento fondamentale per le mamme per potersi mantenere e per prendersi cura dei loro bambini. Per questo cerchiamo di accompagnarle anche nella ricerca di un posto, come stiamo facendo con Alicia, peruviana, neo mamma di un bimbo nato con una disabilità e con un altro bambino da mantenere in Perù. Per lei è davvero difficile riuscire a trovare un impiego».

Centro aiuto alla vita: un anno di lavoro

Peraltro non si è mai fermato, nemmeno durante la pandemia, l’impegno del Centro di aiuto alla vita di Monza. In occasione della Giornata per la vita, che la Chiesa cattolica celebrerà in tutta Italia domenica 5 febbraio, la presidente del Cav monzese, Josetta Rocco, traccia un bilancio dell’attività svolta dai volontari che operano nella sede di via Zucchi.

Nel 2022 sono state accolte 151 mamme in difficoltà. Grazie all’aiuto economico e al sostegno e la vicinanza offerte dal Cav, sono nati lo scorso anno 87 bambini, che altrettante mamme hanno scelto di metterli al mondo, nonostante le difficoltà. L’aiuto che i volontari mettono a disposizione delle mamme è principalmente economico e materiale, dai pannolini ai vestiti agli accessori per il piccolo. Lo scorso anno il Cav di Monza ha distribuito 6.693 pannolini e 1.849 scatole di latte in polvere per neonati.

«Le mamme con gravidanze difficili sono state supportate economicamente grazie ai quattro progetti Gemma e da quindici progetti Obiettivo nuova vita, sostenuti interamente dal Centro di aiuto alla vita», spiega la presidente. Il progetto Gemma prevede l’adozione di una mamma e del suo bambino. Attraverso un’adozione a distanza per diciotto mesi si può sostenere una mamma in difficoltà, mentre Obiettivo nuova vita è un fondo messo a disposizione direttamente dal Cav.

Centro aiuto alla vita di Monza: dal 1981

La sede del Cav a Monza è stata aperta nel 1981 e da allora sono stati oltre tremila i bambini nati grazie all’aiuto e al sostegno dei volontari. A chiedere aiuto sono mamme straniere ma anche molte italiane, spesso già madri che si trovano ad affrontare una gravidanza quasi sempre inaspettata e problematica, soprattutto dal punto di vista economico. Il 2022 ha registrato un leggero calo delle mamme che hanno bussato alla porta del Cav, perché la maggior parte di loro ha scelto di affidarsi ai volontari quando era ormai prossima al parto. In questi casi l’aiuto viene immediatamente rivolto direttamente al neonato.