Ancora rimborsi pesanti da parte dello Stato ai medici cui non fu corrisposto il compenso durante gli anni specializzazione. A Milano, grazie all’intervento di Consulcesi, sono stati consegnati 15 milioni esentasse a oltre 400 camici bianchi lombardi che hanno vinto il ricorso. Tra questi 26 medici brianzoli che hanno ottenuto un risarcimento di 800mila euro.
La vicenda risale agli inizi degli anni Ottanta, quando furono promulgate le direttive europee (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE) che imponevano a tutti gli Stati membri di corrispondere il giusto compenso ai medici durante gli anni della scuola di specializzazione in medicina.
Nonostante l’obbligo entrasse in vigore all’inizio del 1983, lo Stato italiano non ha corrisposto le borse di studio dovute ai medici immatricolatisi tra gli anni 1983 e 1993. Più di recente si è aperto anche un secondo fronte per coloro che si sono iscritti tra il 1994 e il 2006. In quest’ultimo caso le borse di studio sono state pagate, ma non comprendevano il riconoscimento della rivalutazione periodica, delle coperture previdenziali e assicurative e delle differenze contributive.
Il mancato adempimento ha creato un enorme contenzioso di fronte ai tribunali di tutta Italia da parte dei camici bianchi ingiustamente discriminati. Il mancato rispetto delle precise indicazioni contenute nelle direttive ha anche portato a una condanna dell’Italia da parte della Corte di giustizia europea, con le sentenze del 25/02/1999 e del 03/10/2000. Una recente sentenza della Cassazione (17434/2015 del 2 settembre) ha inoltre aperto un nuovo fronte, confermando che il bacino dei potenziali ricorrenti si estende anche a tutti quelli che hanno iniziato un corso di specializzazione dal 1978.
Lo Stato rischia un esborso complessivo di 4 miliardi. Per far risparmiare le finanze pubbliche in Parlamento è pronto un accordo trasversale: transazione valida solo per chi avrà già fatto ricorso.