«Non capisco come si possano gettare i rifiuti sulle strade in questo modo e, soprattutto, non capisco perché nessuno li rimuova». Aurelio Perego, un vimercatese con il senso civico che molti dimostrano di aver perso, non riesce ad abituarsi a vedere i bordi della Sp60 disseminati di immondizia.
In mezzo all’erba ai margini della provinciale tra Villasanta, Arcore, Concorezzo e Vimercate si trova di tutto: water, vecchi mobili, gabbie di animali, abiti laceri, bottiglie. Tra scarti di ogni genere c’è anche qualche sacco trasparente pieno di flaconi e contenitori di plastica: proprio come se qualcuno lo avesse preparato per la raccolta differenziata salvo poi buttarlo lì, magari da un’auto in corsa.
Da anni Perego segnala ai Comuni le discariche abusive che troppo spesso spuntano lungo le arterie periferiche: «Abbiamo il diritto di di respirare aria pulita e bere acqua salubre ed è quello che vorrei continuare a fare: la tutela dell’ambiente è una competenza importante e gli amministratori locali dovrebbero occuparsene di più».
I cittadini, aggiunge, dovrebbero però fare la loro parte: «È una questione di cultura: in Trentino non si trova una carta abbandonata in strada. Vorrei che accadesse la stessa cosa qui».
Lui, aggiunge, la sua parte la fa: periodicamente sollecita il municipio a ripulire luoghi e terreni deturpati e a rimuovere i detriti che gli incivili gettano invece di portarli in discarica: «La situazione – ammette – negli ultimi mesi è migliorata: quando segnalo qualche problema dal Comune di Vimercate intervengono. La Provincia, invece, sembra che non si accorga dello stato della Sp60: qui, fin dalla rotonda della Bergamina, i cumuli continuano ad aumentare».
Perego, però, non rimane immobile ad attendere che altri si diano da fare: «Di tanto in tanto prendo un sacco e raccolgo tutta la sporcizia che trovo nei boschetti intorno a Velasca e la porto in discarica». Vorrebbe fare di più, ma le normative non lo aiutano: «Alcuni anni fa ho partecipato alla selezione per le guardie ecologiche volontarie. Credevo che quella fosse l’occasione per segnalare le persone colte mentre sporcavano: pensavo di poter prendere il loro nome e di comunicarlo in municipio o alla Polizia locale, ma mi sono accorto che non era così, era solo una questione burocratica».
Ha preferito lasciare l’incarico e ora constata amareggiato: «Ogni volta che vedo i cumuli lungo la Sp60 mi si rigira lo stomaco per il nervoso e per la vergogna».