Gli hanno sparato, senza nessuna pietà. Tra sabato 10 e domenica 11 ottobre in località Prati Magri al confine tra Renate e Besana due cacciatori non ancora identificati hanno abbattuto uno splendido esemplare di airone cinerino. Le guardie volontarie dell’Arcicaccia, Mario Riva e Giuseppe Farina, che erano di pattuglia sul territorio hanno sentito lo sparo e visto da lontano l’airone cadere a terra ma giunti sul posto non c’era più traccia dei due cacciatori che hanno fatto perdere le loro tracce nei boschi. Il corpo del povero animale è stato recuperato, si tratta di una specie protetta che non è contemplata nel calendario venatoria, ucciderla è un reato perseguibile penalmente.
«Cacciatori così infangano il nome di tutta la categoria – ha detto la guardia Mario Riva – È gente che spara a qualsiasi cosa si muova come fossero in guerra, bisogna sensibilizzarli, far capire loro che la caccia è uno sport con delle regole e delle leggi precise da rispettare». L’airone è un po’ il simbolo della fauna selvatica e dato il suo particolare profilo non può essere confuso con nessun altro uccello. Chi ha sparato sapeva di colpire un bersaglio proibito e pensava di farla franca.
«Ancora una volta sono le guardie venatorie volontarie che rilevano queste attività di bracconaggio e una domanda sorge spontanea – ha commentato Luigi Parea della Lega Abolizione Caccia – Dove sono i guardiacaccia dipendenti della Provincia? Forse se fossero un po’ di più sul territorio certe cose non accadrebbero».