Nelle prime ore del mattino di giovedì 17 febbraio, a Lissone, Limbiate e Rho, i carabinieri della Compagnia di Cantù, in collaborazione con i militari territorialmente competenti, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di 7 indagati (anche donne) dal gip del Tribunale di Como –su richiesta della Procura della Repubblica di Como: sarebbero responsabili a vario titolo di una serie di rapine e furti in esercizi commerciali a Cantù, Montano Lucino, Lissone, Appiano Gentile, Giussano, Segrate. Le indagini sono state avviate dopo alcuni colpi in serie avvenuti tra dicembre 2020 e gennaio 2021 nei supermercati MD di Montano Lucino e IN’S di Cantù, Maxi Zoo di Cantù, commesse di volta in volta da due, tre persone armate e travisate.
Il gruppo, spiegano dall’Arma, agiva di volta in volta con differenti “formazioni”, “evidenziando professionalità nell’attività criminosa, sistematicità ed una collaudata organizzazione interna che ha saputo sopperire, nel corso dei mesi, al venir meno di alcuni componenti mediante l’introduzione di nuovi soggetti”.
I colpi, dalle indagini, sarebbero stati organizzati in maniera meticolosa: ad esempio è emerso che per preparare la “via di fuga” venivano effettuati sopralluoghi durante i quali veniva reciso il filo di attivazione dell’allarme all’apertura delle porte di sicurezza degli esercizi da colpire.
Gli indizi raccolti avrebbero permesso di attribuire al sodalizio sei rapine, tutte avvenite a volto coperto e usando armi, oltre che quattro furti aggravati.
Quattro soggetti avrebbero commesso anche una settima rapina, questa volta in strada, a Limbiate, ai danni di un agente di commercio “minacciato con un’arma e oggetto di violenza fisica” derubato di un orologio di valore e contanti.
Uno degli indagati avrebbe tra l’altro compiuto i reati contestati mentre si trovava agli arresti domiciliari. Nel corso dell’operazione sono state eseguite 7 perquisizioni domiciliari a carico di tutti gli indagati. Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati tradotti presso le case circondariali di Como, Monza, Milano e Sulmona.