Decisa. Tenace. Testarda. Questa è Rachele Somaschini, giovane pilota di vetture da rally, malata di fibrosi cistica da quando è nata, che giovedì 19 gennaio ha incontrato un centinaio di studenti dell’istituto Hensemberger di Monza nell’auditorium di via Berchet.
Rally, la pilota Somaschini all’Hensemberger: l’esordio a Monza a 18 anni
Un esempio non solo per la sua professione ma, soprattutto, per il suo impegno nel comunicare la patologia che l’ha colpita supportando, con diverse attività, la ricerca. Tanti i no che ha ricevuto, ma la sua forza di volontà e la sua determinazione l’hanno spinta a non mollare mai tanto che, a soli 18 anni (subito dopo aver preso la patente in tempi record) ha esordito a Monza nella Coppa Intereuropea storica in coppia con il papà Luca su un’Alfa Romeo Giulietta sprint. Una vita difficile, organizzata ogni giorno tra la fisioterapia e le cure, diversa da quella di molte sue coetanee.
Rally, la pilota Somaschini all’Hensemberger: testimonial della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica
«Non è stato semplice aprirmi, parlare alle persone della mia malattia – ha raccontato – ma ho capito che era importante parlarne, così ho iniziato a farlo prima con gli amici e, con il tempo, anche in pista».
La passione per i motori è nel dna, a sei anni già guidava in cortile in braccio a papà, quando poi questa è diventata la sua professione ha scelto di trasformarla in uno strumento per sensibilizzare gli appassionati di vetture e i giovani alla sua malattia, è testimonial della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica onlus con il supporto della sua squadra RS Team ha dato ad una vera e propria rete di solidarietà e anche al progetto “#Correre per un respiro” che le permette di raccogliere fondi destinati alla ricerca.
Rally, la pilota Somaschini all’Hensemberger: «Sostenere la ricerca è fondamentale»
«Per me è importante parlare ai ragazzi e alle ragazze, raccontare come, nonostante le difficoltà sia possibile raggiungere i propri sogni – continua Rachele – La fibrosi cistica non è molto conosciuta, per questo con me c’è Alessandra Bragonzi, ricercatrice del San Raffaele di Milano che segue la Fondazione e racconta l’aspetto più scientifico della malattia. Ho una vita piena, grazie proprio alla ricerca che in questi anni è in continua evoluzione e mi permette di fare progetti, non solo mi alleno per i rally, il prossimo passo è partecipare a quello europeo anche se i costi sono molto alti, sono anche istruttore di guida sicura, collaboro con varie aziende e promuovo incontri motivazionali anche legati alla malattia. Questo primo incontro con gli studenti è l’inizio di un lungo percorso che vorrei fare, incontrare quante più scolaresche perché tutti siano informati e, nello stesso tempo, continuare a sostenere la ricerca che è fondamentale».
Sul sito www.rachelesomaschini.com tutte le informazioni sul pilota e i dettagli legati alla Fondazione ricerca fibrosi cistica.