Un festival sull’Africa, per l’Africa. Domenica, 8 ottobre, villa Longoni (via Achille Grandi 41) a partire dalle 11 ospiterà per tutto il giorno il Radice d’Africa festival. Un evento pensato per far conoscere la cultura africana. La manifestazione, nata da un’idea di Akueson Adotey Dotcha, Francesca Cosentino, Veronica Lonedo e Nikol Simbari è promossa dalle associazioni Desio città aperta, Assileassime Togo, Waxewul e Casa delle donne. Il festival mira a promuovere l’integrazione, attraverso la conoscenza della ricca tradizione africana con laboratori per adulti e bambini, danza, musica, lezioni ed esposizioni artistiche.
L’Afrobeat è una musica pop che riprende i movimenti e gli stilemi della danza tradizionale africana in chiave moderna
Questa giornata permetterà al pubblico di conoscere il lato migliore dell’Africa, troppo spesso mostrata dai media nostrani solo come emblema di povertà, arretratezza e sofferenza. L’Africa in realtà è ben altro. «C’è un grande bagaglio culturale che vogliamo far conoscere – spiega Adotey Dotcha, ideatore del festival – Vogliamo mostrare quanto numerosi ambiti siano in espansione. Allo stesso tempo riferirci alla profondissime radici culturali africane». Per fare ciò gli organizzatori hanno pensato di utilizzare delle forme artistiche che stanno diventando famose in tutto il mondo, e quindi più conosciute, come rampa di lancio per parlare della cultura africana. Un esempio è l’afrobeat. È un genere di musica pop che riprende movimenti della danza tradizionale africana in chiave moderna e ha fatto avvicinare tantissimi giovani al mondo della musica afro. Al festival sarà presente un suo esponente: il rapper afro italiano Tommy Kuty.
Sarà presente Tommy Kuty, il più conosciuto rapper afro italiano
Un altro settore in espansione è la moda africana. «Prima era solo conosciuta come abiti tradizionali – racconta Francesca Cosentino, organizzatrice del festival – Ora tanti occidentali apprezzano lo stile afro con le sue stoffe. Si è così creata una fusione di stili tra quello occidentale e africano con un miscuglio elegante e innovativo». Per gli organizzatori è fondamentale approfondire gli argomenti, non fermarsi alla superficialità. «Ad esempio il voodoo ci è sempre stato presentato in modo negativo. Abbiamo paura solo del termine – afferma Cosentino- In realtà si può scoprire il suo lato tradizionale. Era nato come un rituale di protezione e benessere». La manifestazione è a favore del progetto Edjou Gadze per costruire un bagno pubblico nel quartiere Dekon a Lomè, in Togo. Per partecipare al festival occorre prenotare a: info.radicedafricafestival@gmail.com . L’ingresso è gratuito per i bambini e costa 10 euro per gli adulti.