Frenato ma non bloccato l’ambizioso progetto della Soprintendenza e di BrianzAcque per realizzare la Carta del potenziale archeologico di Monza e della Brianza.
L’iniziativa era stata annunciata a gennaio del 2019 e l’obiettivo era concludere la redazione in un paio di anni, ma la pandemia ha incrociato il lavoro allungando i tempi per raggiungere biblioteche e archivi storici necessari per la documentazione. La convenzione ora è operativa e gli specialisti sono al lavoro per definire lo strumento innovativo che permetterà di prevedere al possibilità di trovarsi di fronte a un sito archeologico durante uno scavo di cantiere. In altre parole, permetterà una migliore pianificazione “urbanistica e infrastrutturale consapevole e rispettosa dei beni e dei reperti storici, eventualmente presenti nel sottosuolo”. Al lavoro un team di archeologi, geologi, geoarcheologi, architetti ed esperti in sistemi informativi territoriali “che, nel settembre del 2020, sotto forma di raggruppamento di imprese, si è aggiudicato l’appalto di BrianzAcque per un valore pari a circa 100 mila euro”.
“A livello nazionale, si tratta del primo strumento di questo genere mai realizzato in un lotto unico su un’area vasta e altamente urbanizzata come quella dell’intero territorio di Monza e Brianza con i suoi 405,4 kmq di superficie, suddiviso in 55 comuni” dice BrianzAcque, il cui presidente Enrico Boerci parla di «un’iniziativa strategica, in grado di semplificare e di accelerare i processi progettuali salvaguardando il patrimonio storico culturale della Brianza. Consentirà una riduzione dei costi di intervento, oltre a rappresentare un documento di conoscenza previsionale in grado di portare valore condiviso. La carta sarà infatti consultabile con riserva anche da altri enti territoriali e società pubbliche e private impegnate a eseguire opere di scavo secondo le modalità che soprintendenza riterrà opportune».
Per il soprintendente Giuseppe Solfi, «la Carta è un importante strumento per consentire una migliore tutela del patrimonio culturale coniugandola con le complesse esigenze infrastrutturali che un territorio ad alta densità abitativa come quello della Provincia di Monza e della Brianza necessita. Una progettazione consapevole del potenziale archeologico del territorio consentirà scelte di ubicazione delle opere e di programmazione dei lavori meglio ponderate evitando imprevisti e rallentamenti»