Il Partito democratico di Monza difende l’opzione vecchio San Gerardo per risolvere l’impasse di via Asiago. Con un comunicato datato 24 ottobre la segreteria cittadina del partito appoggia con decisione l’utilizzo dei vecchi reparti per ospitare almeno una parte dei profughi – 120 in tutto – che abitano negli appartamenti della palazzina di San Rocco.
A parlare è il segretario del Pd Alberto Pilotto, che sostiene la proposta del sindaco Roberto Scanagatti e dichiara: «In questo frangente bisogna anche avere il coraggio di riutilizzare temporaneamente strutture pubbliche in disuso quali ospedali e caserme».
Il Pd di Monza ribadisce: bisogna evitare grosse concentrazioni in un singolo condominio, come sta succedendo nella palazzina di via Asiago, e l’accoglienza dovrebbe essere fatta solo in strutture pubbliche o appositamente dedicate in caso di numeri superiori ai 30 richiedenti asilo.
A tal proposito Alberto Pilotto, con il capogruppo Marco Sala e il presidente della commissione servizi sociali Franco Monteri si sono impegnati nel tentativo di convincere la cooperativa che gestisce i richiedenti asilo a dimezzarne le presenze in modo da rendere la situazione più equilibrata. Obiettivo: convincere la Prefettura, che ha l’ultima parola sul tema.
La nuova direttiva del ministero degli Interni – ricordano i dem monzesi – indica il tetto massimo di richiedenti asilo da ospitare in ogni singola città. Per Monza è pari a 310 (2.5 richiedenti ogni 1000 abitanti) ma al momento la città conta circa 400 rifugiati. Poi Pilotto aggiunge: «Al momento a Monza sono già presenti circa 400 richiedenti asilo per cui tale limite è già stato raggiunto, quindi la Prefettura di Monza dovrà dirottare i nuovi arrivi su altri comuni che non hanno ancora attivato l’accoglienza».
E poi, a una manciata di mesi dalle elezioni comunali, c’è il fronte politico: «La Lega, dopo aver cavalcato strumentalmente la situazione dei residenti di via Asiago si oppone alla proposta (vecchio ospedale, ndr) dimostrando che non è assolutamente interessata a risolvere il problema, anzi lo vuole tenere vivo in particolare nella città di Monza per propri interessi elettorali».