A Monza market della droga su un social, 7 arresti: “Prezzo speciale, 2.900 euro al chilo”

Operazione antidroga della Squadra Mobile della Questura, secondo le indagini al vertice del presunto sodalizio ci sarebbe stato un ventenne di Monza

“Prezzo speciale, un kilo 2.900 euro”. “Erba potentissima, vietata ai deboli di cuore”, con tanto di emoticon: “divieto di accesso”. Stupefacenti in vendita su un social nelle piazze di Monza e Milano come fossero frutta e verdura. Vasta operazione antidroga della Questura di Monza diretta da Marco Odorisio con arresti e perquisizioni, venerdì 6 ottobre: smantellato un presunto “sodalizio, composto da cittadini italiani e marocchini” che avrebbe impiantato una “rete di spaccio” utilizzando un social network sfruttando l’anonimato dei “nickname”.

Monza e Brianza, l’indagine antidroga “Cooper” della Squadra Mobile

Un gruppo che, secondo l’indagine della Squadra Mobile guidata dal vice questore Francesco Garcea, chiamata “Cooper”“dal modello di autovettura preferito dagli spacciatori” dicono dalla Questura – avrebbe creato “un lucroso canale di vendita di sostanze stupefacenti, impiantando in rete una vera e propria “centrale dello spaccio” di cocaina, hashish e marjuana”.

Foto diffusa dalla Questura di Monza

Oltre 50 agenti gli agenti della Squadra Mobile impiegati, sotto il coordinamento della Procura di Monza. Presenti anche equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine di Milano e unità cinofile antidroga della Polizia: otto le misure cautelari di cui 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere e una con obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria come disposto dal Gip del Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica di Monza, oltre a perquisizioni e sequestri.

Immagina diffusa dalla Questura di Monza

Monza e Brianza: “la droga proposta su un social attraverso “meet up””

Le investigazioni sono state avviate a maggio del 2022 quando sarebbe emersa “un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti nelle città di Monza e Milano, posta in essere attraverso un social media”. Gli stupefacenti, spiegano dalla Questura, “erano pubblicizzati attraverso “meet up”, brevi incontri tra venditore ed acquirente concordati attraverso canali social o di messaggistica istantanea”.

Una modalità di vendita e acquisto che avrebbe consentito, “nell’anonimato di un nickname”, la cessione di sostanze stupefacenti di diverso tipo a soggetti che, “collegandosi a gruppi creati su alcuni canali social che rimandavano a specifici “link”, ordinavano la sostanza stupefacente che veniva loro ceduta direttamente all’incontro”. Durante le perquisizioni sono stati trovati “numerosi cellulari e tablet”, con cui sarebbero state “gestite le vendite di stupefacenti tramite social” informano dalla Questura, e “circa 10.000 euro in contanti di diverso taglio e numerose dosi di sostanza stupefacente, cocaina, hashish e marjuana, già pronta per la distribuzione”.

Operazione antidroga della Polizia, l’amministratore del gruppo social un ventenne di Monza

Gli investigatori, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, monitorando un primo profilo sono risaliti ad un primo canale aperto del social, in cui “si pubblicizzava la vendita di stupefacente con tanto di fotografie”. Analizzandole sarebbero risaliti “ad alcuni particolari personali” del presunto “amministratore del gruppo”, “che poi hanno permesso la sua completa identificazione in un cittadino italiano di 20 anni, residente a Monza specificano dalla Questura monzese. Sono inoltre stati individuati “ulteriori due canali social dello stesso tipo, con migliaia di iscritti, tutti gestiti dal medesimo cittadino italiano”.

Immagine diffusa dalla Questura di Monza

Operazione antidroga: spaccio a Lissone, Desio, Seregno e Carate

Un presunto business criminale con tanto di marketing “finalizzato alla vendita dello stupefacente, ma anche ad offerte di documenti falsi, tra cui anche patenti di guida e di servizi dox (dal verbo doxare, scoprire l’identità di un contatto internet anonimo)”, quindi, dicono gli investigatori: “sarebbero dovuti avvenire gli incontri per la cessione diretta, il “meet up””.

Sempre dalle indagini è emerso che l’italiano che avrebbe fatto parte del gruppo, “in alcuni casi, con la complicità di amici fidati”, avrebbe “truffato i potenziali clienti che, ignari, inviavano denaro tramite bonifici bancari su conti correnti, anche esteri, per i servizi richiesti e pubblicizzati senza che mai ricevessero la prestazione acquistata”. Truffe che avrebbero portato a un guadagno in soli sei mesi “di circa 60.000 euro”. Attraverso attività d’intercettazione gli investigatori della Mobile di Monza sarebbero risaliti anche ai presunti fornitori del cittadino italiano, un gruppo di cittadini marocchini “a loro volta anche spacciatori al dettaglio di cocaina ed hashishdicono gli investigatori, che “a Monza rifornivano il “giro” del cittadino italiano ed erano attivi nello spaccio anche nei comuni di Lissone, Desio, Seregno, Triuggio, Albiate e Carate Brianza, fino alla città di Milano”.

Il presunto gruppo avrebbe potuto contare sulla disponibilità di numerose autovetture a loro non riconducibili, tra le quali due Mini Cooper, dalle quali prende il nome l’indagine. Nel corso delle indagini sarebbero state “ricostruite e documentate” circa “2000 cessioni di stupefacenti tipo cocaina, hashish e marjuana per un volume d’affari illecito pari ad oltre mezzo milione di euro”.