La Corte dei Conti, sezione terza (presidente Giuseppina Maio), ha accolto gli appelli proposti dal monzese Antonio Gabetta, all’epoca presidente della Commissione Ambiente del Comune, Daniele Petrucci, di Monza, già componente della medesima commissione e Claudio Brambilla, membro della allora Commissione giudicatrice della gara d’appalto che nel 2009 aveva assegnato il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti e pulizia strade alla “Sangalli Giancarlo & C. srl”, condannati in primo grado a risarcire 885mila euro complessivi (300mila Gabetta, 360mila Petrucci e 225mila Brambilla) al Comune di Monza per un presunto “danno erariale”.
Il riferimento è all’appalto, da 127 milioni, finito all’epoca al centro di una indagine penale per un presunto pagamento di tangenti, anche agli appellanti, da parte degli allora titolari della impresa monzese di igiene urbana, per ottenerne l’aggiudicazione.
La Corte dei Conti in appello: “Non esistono indizi concordanti della percezione della tangente”
Secondo la sentenza mancherebbero i presupposti della responsabilità erariale da parte degli appellanti: “non sussiste sufficiente prova, secondo il criterio del “più probabile che non”, della attuale sussistenza del danno” si legge nella sentenza, che descrive “generiche” le condotte contestate, tanto da non rilevare: “Indizi gravi, precisi e concordanti della percezione della tangente” da parte di Gabetta e Petrucci e, “per tutti e tre gli appellanti, dirimente ai fini della esclusione della responsabilità erariale, risulta – dice ancora la sentenza della Corte dei Conti – la mancata prova della sussistenza di tutte le tipologie di danno contestate, in considerazione dell’accordo transattivo stipulato dal Comune di Monza con Impresa Sangalli srl nel 2015″.