Presunta corruzione a Usmate Velate: l’immobiliarista lascia il carcere per i domiciliari

Uno degli indagati per presunta corruzione nel settore urbanistico di Usmate Velate è passato dal carcere ai domiciliari.
Il municipio di Usmate Velate
Il municipio di Usmate Velate Michele Boni

Dopo l’imprenditore lecchese, anche l’immobiliarista vimercatese ottiene la scarcerazione e gli arresti domiciliari. Il Tribunale del Riesame di Milano ha infatti deciso di revocare la carcerazione al professionista, che insieme ad altri otto è indagato nell’inchiesta per presunta corruzione partita dopo il sequestro di una trentina di fascicoli edilizi dall’Ufficio tecnico del Comune di Usmate.
Alla luce di questo secondo dispositivo di alleggerimento della misura restrittiva, verso il quale si era mostrato avverso il sostituto procuratore della Procura di Monza titolare dell’inchiesta, Carlo Cinque, non è ora escluso che anche gli altri iscritti nel registro degli indagati tentino l’appello al Tribunale del Riesame.

Presunta corruzione a Usmate Velate: gli altri indagati

Alcuni di questi avevano già richiesto misure meno restrittive che erano però state negate dal Giudice per le indagini preliminari, Angela Colella che aveva ritenuta valida l’opposizione del pubblico ministero, pericolo di inquinamento delle prove e della reiterazione del reato. Motivazioni che però, secondo i difensori di alcuni degli indagati, sono prive di concretezza e assolutamente lontane dalle reali situazioni individuali dei loro assistiti. E’ per questo motivo che è prevedibile che gli avvocati di altri indagati tentino la carta del Tribunale del Riesame per ottenere la revoca dei domiciliari.